C'è una casa bellissima in vendita a Villasimius, direttamente sulla spiaggia, là dove la famosa legge dell'ex governatore Renato Soru non voleva più case: questa, alle volte le combinazioni, è sua. Secondo quanto riferisce il sito de Il Mondo, villa Soru costa 24 milioni di euro, in base alla richiesta di Sotheby's: e poco importa che il primo lancio, a gennaio, con la stessa cifra, sia finita in niente. Il padrone di casa ha bisogno di liquidità, non è disposto a fare grandi sconti. Ma gli va riconosciuto che l'immobile è innegabilmente di assoluto prestigio. Così è descritta nell'offerta di vendita: «Immersa in 42 ettari di vigneti, uliveti e giardini mediterranei, la costruzione è firmata dall'architetto Antonio Citterio e ha accesso diretto a una delle più belle spiagge della Sardegna».
L'immobile di pregio ha un pregio in più, decisamente singolare: può essere ulteriormente ampliato. L'opzione è resa possibile proprio dalla storica legge draconiana contro il cemento sulle coste, che tanta popolarità diede al governatore ambientalista: niente case entro i trecento metri, ma qualche ampliamento sì. Uno di questi cade a fagiolo proprio per Villa Soru. Se non è conflitto d'interessi, è certamente una gran bella combinazione.
A commento della notizia, che sta facendo il giro del web, assieme ai monotematici che invitano a guardare le ville di Silvio, dilaga anche tanto sconcerto. In molti avevano creduto al Robin Hood dell'Isola, cavaliere senza paura, pronto a sfidare i poteri forti e l'alta finanza così voracemente all'opera lungo le più belle spiagge d'Italia. Ci fu un'epoca, prima di Vendola, prima di Renzi, in cui l'intera sinistra puntò tutte le sue fiches su questo imprenditore dal volto umano e dal cuore fine, pieno di soldi eppure così democratico, un po' Paperone eppure un po' san Francesco. Era l'epoca in cui la sua idea di finanza transitava come stella cometa nel firmamento della new economy, con quel marchio - Tiscali - capace di solleticare le più nobili aspettative. E pazienza se alla fine, da quell'avventura, sia uscito con le ossa rotte, le casse vuote e una buona quantità di italiani illusi.
In seguito la parabola di Soru, giunta all'apice con la conquista della sua Regione, al grido la Sardegna ai sardi, lentamente cominciò a dare segnali di cedimento. Nel giro di pochi anni, praticamente un crollo. Come bolle di sapone, esplosero tutte le sue belle favole. Dopo Tiscali, esplode quella dell'Unità, rilevata con la promessa di rilanciare il grande mito, ridotta colpevolmente in condizioni disperate. E a seguire la politica, con lo schiaffo elettorale del 2009, quando l'elettorato - i suoi sardi - gli presentano lo sfratto a favore di Cappellacci, cataclisma che portò persino alle dimissioni di Veltroni a Roma. Il resto, a franare: nel settembre 2011 arriva pure la notizia di un'indagine per evasione fiscale, riferita alla gestione Tiscali...
Maestro nel raccontarsi in un certo modo, Soru si è sempre puntualmente rivelato un'altra cosa nella realtà, alla prova dei fatti.
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