Soumahoro lascia i Verdi e sbatte la porta. "Mai alcuna solidarietà"

Aboubakar Soumahoro lascia l'alleanza Verdi-Sinistra con cui era sbarcato in Parlamento come indipendente, e si trasferisce nel gruppo misto

Soumahoro lascia i Verdi e sbatte la porta. "Mai alcuna solidarietà"

Aboubakar Soumahoro lascia l'alleanza Verdi-Sinistra con cui era sbarcato in Parlamento come indipendente, e si trasferisce nel gruppo misto. Il trasloco era nell'aria da tempo. La notizia è che lo fa sbattendo la porta.

Dopo i mesi di accuse e critiche per lo scandalo legato all'inchiesta sulla gestione della coop di sua suocera, la Karibu, il parlamentare ribalta tutto e parte all'attacco, prendendosela per cominciare proprio con i suoi compagni di partito. Così Soumahoro, che a novembre si era autosospeso con una decisione caldeggiata dai vertici di Verdi e Si, ora se la prende proprio con Bonelli, Fratoianni & Co.

«Mi ha francamente stupito e amareggiato, ad eccezione di qualche parlamentare, l'assenza della solidarietà umana e del supporto politico da parte del gruppo parlamentare alleanza Verdi-Sinistra», ringhia il deputato, che spiega poi di aver deciso di proseguire la sua esperienza di parlamentare nel gruppo misto «dopo un'attenta e sofferta meditazione sul piano umano e politico».

Soumahoro, nel dossier al veleno con cui divide la propria strada da quella degli ormai ex alleati, sostiene di essere stato vittima di una «violenta campagna di diffamazione» e parla di un «vergognoso linciaggio mediatico», ringraziando solo quanti anche in questi mesi gli sono rimasti vicini. Poi, più che chiarire, mette la parola fine alle chiacchiere sull'indagine che ha riguardato sua suocera e sua moglie, spiegando di trovare «assurdo continuare a discutere dell'inesistente caso Soumahoro». Una vicenda che secondo lui è stata «montata» e non è «accaduta a caso». Lui peraltro si discolpa ancora una volta. Dice di aver chiesto lumi sui mancati pagamenti dei dipendenti, «a fine 2021», ma di aver ricevuto rassicurazioni e di averci creduto perché la coop di famiglia «aveva un'ottima reputazione», e «dunque non avevo motivo di ritenere vi fossero criticità insanabili». E anche se promette di aver fiducia nella magistratura, Soumahoro ha una sua idea sul colpevole, e la spiega nella sua memoria rispolverando i decreti sicurezza di Salvini. «La situazione del mondo dell'assistenza - accusa - è critica e non certamente da oggi. Lo Stato paga poco, male e tardi, soprattutto dopo l'entrata in vigore del decreto sicurezza nel 2018». Poi arriva una possibile morale da trarre dalla sua vicenda. Secondo lui, una persona di colore «va bene finché è un negro da cortile' (...) se è povero e sta ai margini. Ma se prova a fare un salto di qualità immediatamente disturba». Tra libri, ospitate TV e candidatura bagnata dal successo, Soumahoro il salto l'aveva certamente fatto. E dunque sarebbe stato per mettere il bastone tra le ruote a lui e al modello della Lega Braccianti che «forse», spiega nel suo dossier, c'è stato «così tanto ingiustificato accanimento nei miei confronti».

Soumahoro, nel dossier al veleno con cui divide la propria strada da quella degli ormai ex alleati, sostiene di essere stato vittima di una «violenta campagna di diffamazione» e parla di un «vergognoso linciaggio mediatico», ringraziando solo quanti anche in questi mesi gli sono rimasti vicini. Poi, più che chiarire, mette la parola fine alle chiacchiere sull'indagine che ha riguardato sua suocera e sua moglie, spiegando di trovare «assurdo continuare a discutere dell'inesistente caso Soumahoro». Una vicenda che secondo lui è stata «montata» e non è «accaduta a caso». Lui peraltro si discolpa ancora una volta. Dice di aver chiesto lumi sui mancati pagamenti dei dipendenti, «a fine 2021», ma di aver ricevuto rassicurazioni e di averci creduto perché la coop di famiglia «aveva un'ottima reputazione», e «dunque non avevo motivo di ritenere vi fossero criticità insanabili». E anche se promette di aver fiducia nella magistratura, Soumahoro ha una sua idea sul colpevole, e la spiega nella sua memoria rispolverando i decreti sicurezza di Salvini. «La situazione del mondo dell'assistenza - accusa - è critica e non certamente da oggi. Lo Stato paga poco, male e tardi, soprattutto dopo l'entrata in vigore del decreto sicurezza nel 2018». Poi arriva una possibile morale da trarre dalla sua vicenda. Secondo lui, una persona di colore «va bene finché è un negro da cortile' (...) se è povero e sta ai margini. Ma se prova a fare un salto di qualità immediatamente disturba».

Tra libri, ospitate TV e candidatura bagnata dal successo, Soumahoro il salto l'aveva certamente fatto. E dunque sarebbe stato per mettere il bastone tra le ruote a lui e al modello della Lega Braccianti che «forse», spiega nel suo dossier, c'è stato «così tanto ingiustificato accanimento nei miei confronti».

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