Sterminati nella villetta: «L'assassino si è accanito»

Sterminati nella villetta: «L'assassino si è accanito»

Torino Sono stati ammazzati a sangue freddo nella loro casa. Accoltellati più volte al torace e alla schiena. Non sono anocora chiari i contorni della strage avvenuta alla vigilia dell'Epifania a Caselle, paese a una ventina di chilometri da Torino. Le vittime sono marito e moglie, Claudio e Maria Angela Allione, di 66 e 65 anni, e la madre di lei, Emilia Campo d'Allorto, 93 anni. Il delitto è stato scoperto ieri intorno all'ora di pranzo, ma stando ai primi rilievi del medico legale la morte risalirebbe alla serata di venerdì. A dare l'allarme è stato il figlio trentenne Maurizio, che vive con la fidanzata nel quartiere Falchera di Torino. Sabato mattina il ragazzo con la compagna era partito per una breve vacanza in Val d'Aosta. Ieri mattina dopo aver tentato più volte di mettersi in contatto con i genitori ha chiamato una vicina di casa, dalla quale ha saputo che nessuno aveva visto la sua famiglia da almeno 24 ore.
A quel punto Maurizio ha deciso di chiamare un amico, chiedendogli di andare a controllare. Gli ha ha spiegato come disattivare l'allarme, dove chiudere i due pastori tedeschi che sorvegliano la casa, e come avrebbe potuto entrare nella villetta passando dal garage. Quando l'amico è entrato in casa si è trovato di fronte i corpi. Marito e moglie erano al primo piano, riversi a terra nel corridoio. La nonna era invece nella camera da letto al pian terreno. Non vi era sangue e ha pensato a un'intossicazione per modossido di carbonio e ha chiamato i vigili del fuoco e il 118. Ipotesi in un primo momento avvallata anche dai vigili del fuoco per la presenza di un piccola stufa a gas che avrebbe potuto saturare l'ambiente. Solo al momento di spostare i corpi gli investigatori si sono accorti delle ferite al torace e alla schiena: pochissime le tracce di sangue sia nella camera della nonna sia nel corridoio al primo piano dove sul pavimento c'è la moquette. Una strage familiare ancora da decifrare. La villetta, una casa su tre piani, era in ordine e secondo le prime indagine non manca nulla se non l'arma delitto e segni di effrazione su porte e finestre.
Fino a tarda sera i carabinieri hanno ascoltato nella caserma dei carabinieri di Caselle il figlio Maurizio e la fidanzata per capire i loro spostamenti e gli ultimi contatti con la famiglia. Quel che è certo è che venerdì pomeriggio i coniugi Allione erano vivi. Come ricordano i vicini di casa. In particolare una vicina ha raccontato di aver notato già venerdi sera la porta aperta del garage e le luci accese. Luci che erano accese anche l'indomani mattina, quando ormai la famiglia Allione era stata sterminata. Rita ha anche spiegato di aver cercato invano di mettersi in contatto con il figlio della coppia, dopo aver chiamato più volte i suoi genitori al cellulare senza avere risposta. «Ero preoccupata - ha detto Rita -. Quando domenica mattina Maurizio mi ha chiamato gli ho raccontato della luce che era rimasta accesa per tutta la notte e lui mi ha detto che avrebbe chiesto a un amico di controllare». Nella giornata di ieri sono stati sentiti anche gli amici di Maurizio, il sospetto e che il killer sia una persona conosciuta, altrimenti non si spiega perchè i cani, due pastori tedeschi, non lo abbiamo attaccato. Sviluppi si attendono dalla autopsia: le poche tracce di sangue ritrovate intorno ai corpi inducono a pensare che le coltellate potrebbero essere state inferte dopo la morte. L'assassino insomma si è accanito sulle sue vittime infierendo sui loro corpi.
Sconvolti gli amici e vicini di casa che raccontano di una famiglia felice e tranquilla.

Marito e moglie erano in pensione, lui aveva lavorato alla Sagat, la società che gestisce l'aeroporto di Torino Caselle, mentre lei aveva insegnato in un liceo. Vivevano a Caselle da 28 anni. Maurizio è cresciuto in quella casa e i vicini non hanno memoria di litigate furiose o di dissidi.

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