Poche idee ma confuse. La sinistra nostrana è in preda al panico: non ancora digerita la durissima bocciatura da parte degli italiani, il fronte rosso cerca visibilità per tentare di recuperare consensi e mettere in moto un'operazione di rilancio. Invertire la rotta del declino non è cosa facile, specialmente se tra le stesse opposizioni si consuma una guerra interna. Qualcuno però ha un'idea magnifica: cancellare tutto, far finta che non sia successo nulla e mettersi insieme alle elezioni. L'obiettivo? Il solito: tentare di battere il centrodestra per scongiurare chissà quale pericolo per la tenuta dell'Italia.
Invio di armi all'Ucraina per difendersi dall'aggressione della Russia, termovalorizzatore e immigrazione: sono questi i principali temi che spaccano Partito democratico e Movimento 5 Stelle, che specialmente nelle ultime settimane si sono scontrati sul tema degli sbarchi e dell'accoglienza. Entrambi non perdono occasione per rimarcare le differenze, ma un atteggiamento del genere non è coerente con l'approccio adottato in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
Si parte dall'Abruzzo, chiamato al voto per le Regionali probabilmente a marzo 2024. Qui debutta il campo larghissimo: Luciano D’Amico - ex rettore dell'Università degli Studi di Teramo - è il candidato unitario di Pd, M5S e Italia Viva (che sta lavorando per la costruzione di una lista dei riformisti abruzzesi, Abruzzo Riformista, insieme a Socialisti e +Europa). E, come se non bastasse, ci si aspetta il supporto anche di Demos, Sinistra italiana e Articolo Uno.
A fare un quadro sulle mosse di dem e grillini è La Repubblica con un punto della situazione che la dice lunga sull'ansia da sconfitta che sta portando Partito democratico e Movimento 5 Stelle a cercare un'alleanza per tentare di evitare l'ennesima disfatta. La galassia rossa presenta l'operazione come una prova indispensabile per tenere insieme il centrosinistra, ma in realtà dietro si nascondono i fortissimi timori di una débâcle.
Oltre all'Abruzzo gli occhi sono puntati sulla Sardegna, per cui è stata rinnovata la volontà di presentarsi compatti alle prossime elezioni regionali. La favorita sembra essere la grillina Alessandra Todde che, col supporto del Pd, potrebbe scendere in campo per puntare al ruolo di governatore. In Piemonte invece, alla luce dei notevoli dissidi che ancora si fanno sentire, sono nettamente inferiori le possibilità di un'intesa. Restano un'incognita la Basilicata e l'Umbria.
Non solo Regionali ed Europee: cerchiate in rosso ci sono anche le Amministrative d'estate in circa 4mila comuni. La linea è stata tracciata: va bene lo scontro per la leadership dell'opposizione, va bene rinfacciare l'uno all'altro le posizioni differenti sulla guerra tra Ucraina e Russia, va bene lanciare stoccate incrociate a favore di telecamera, ma un accordo per le elezioni va trovato per cercare di scongiurare un ulteriore radicamento del centrodestra sul territorio. Insieme per portare avanti battaglie comuni? Utopia. L'accozzaglia ha alla base il solito movente del "contro".
Provare a presentarsi insieme quasi dappertutto ed essere competitivi. Ci riuscirà davvero la sinistra? Nel frattempo proseguono i tavoli di discussione. A Bari si pensa alle primarie per favorire un minestrone tra Pd, M5S, Verdi-Sinistra italiana e Azione. Nel ventaglio delle opzioni rientrano Marco Lacarra, Pietro Petruzzelli, Paola Romano e Michele Laforgia. A Pesaro per il dopo Matteo Ricci si lavora a un blocco giallorosso, così come a Lecce per sostenere l'uscente Carlo Salvemini.
E a Firenze cosa accadrà? Sara Funaro sembra partire in vantaggio per sostituire Dario Nardella, magari incassando il supporto dei 5 Stelle.
A Ferrara si potrebbe riproporre il campo larghissimo sul modello Abruzzo allargando ad Azione. A Modena e a Reggio al momento vi sono solamente dichiarazioni di disponibilità per l'asse tra dem e grillini. Divisi su quasi tutto, uniti su un'urgenza: ammucchiarsi e pregare per una vittoria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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