
Chi sono i 40 clandestini destinatari di un decreto di espulsione perché socialmente pericolosi e per questo trasferiti nel Cpr di Gjader in Albania a bordo della nave Libra della Marina militare? Dalle prime indiscrezioni trapelate, almeno il 60% di questi migranti a precedenti di polizia per numerosi reati: c’è chi ha una condanna per tentato omicidio, in cinque sono stati giudicati colpevoli di violenza sessuale, molti hanno sentenze passate in giudicato per adescamento di minori, droga e reati contro la persona o il patrimonio, secondo quanto risulta dalla banca dati Sdi delle forze di polizia.
Una cosa in comune ce l’hanno: almeno una volta ognuno di loro ha dichiarato false generalità. Secondo quanto ha chiarito il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, questi clandestini sono stati selezionati per il «trattenimento» nei Cpr dando priorità a persone che oltre alla essere irregolari perché privi del permesso di soggiorno, sono socialmente pericolosi a causa dei precedenti commessi. Lo dice la legge, tra coloro da trattenere nei Cpr prima dell’espulsione bisogna dare precedenza a chi è considerato una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica «o che siano stati condannati, anche con sentenza non definitiva, per i reati per cui è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza o di particolare allarme sociale», ha precisato il titolare del Viminale conferenza stampa a Napoli alla fine dell’incontro con i Paesi partner del Mediterraneo (Spagna, Grecia, Malta e Cipro).
Da qui la necessità del trasferimento con le fascette, in quanto «persone trasferite in una condizione di limitazione della libertà personale anche per effetto di un provvedimento assunto dall’autorità giudiziaria». Tra i migranti trasferiti nel Cpr in Albania, ce ne sono almeno quattro socialmente pericolosi. Uno di loro, di origine nordafricana, era stato scarcerato il 30 marzo scorso per un cumulo di pene a un anno e cinque mesi e 27 giorni di reclusione per i reati di porto di armi, furto, resistenza a pubblico ufficiale. Ha riportato più sentenze di condanna per furto, rapina, porto abusivo di armi e lesioni. Avrebbe usato più alias, non ha mai cercato di regolarizzare la sua posizione con richiesta di autorizzazione al soggiorno, in pratica è rimasto in completa clandestinità dal suo ingresso sul territorio nazionale.
La prima volta che è stato fermato e fotosegnalato per l’ingresso irregolare in Italia risale all’8 novembre del 2016. Successivamente è stato più volte arrestato per reati contro il patrimonio e la persona e ha più volte dichiarato false generalità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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