Tangenti sulla cava, prime dimissioni

MilanoLa valanga è appena cominciata. L'ultima inchiesta della Procura di Milano sulle tangenti che sarebbero state pagate da un imprenditore ai vertici della Compagnia delle Opere di Bergamo affinché questi intercedessero con la Regione Lombardia per l'autorizzazione di una discarica di amianto nel comune di Cappella Cantone (Cremona) rischia di essere l'ennesima spallata alla giunta oramai a termine del governatore Roberto Formigoni. Perché oltre a Rossano Breno (presidente a Bergamo della Cdo che si è dimesso ieri) e al suo ex vice Luigi Brambilla, si scopre che a essere iscritti nel registro degli indagati sono anche altri funzionari e politici lombardi. Massimo riserbo negli uffici giudiziari milanesi, ma l'inchiesta sta stringendo il cerchio attorno a quanti al Pirellone abbiano spinto per il via libera alla cava in cambio di una tangente. Per la stessa vicenda, nel novembre scorso, fu arrestato l'allora assessore Franco Nicoli Cristiani, accusato di aver intascato la prima tranche di una mazzetta da 200mila euro.
Il nodo è la delibera con cui nell'aprile 2011 la giunta regionale lombarda autorizzò la trasformazione di una vecchia cava dismessa in discarica di amianto. A portare la delibera all'esame della giunta non furono né l'assessore all'Ambiente Marcello Raimondi né quello al Territorio Daniele Belotti, ma direttamente il presidente Roberto Formigoni. Interrogato, l'imprenditore Pier Luigi Locatelli - indagato per corruzione assieme agli ex vertici della CdO di Bergamo e a Nicoli Cristiani - ha raccontato di aver versato alla Compagnia delle Opere un milione di euro per finanziare i lavori in un scuola di Bergamo vicina a Cl, e di aver pagato 185mila euro di finte consulenze e 25mila in contanti a Breno e Brambilla, indicati dai pm come i mediatori con gli uffici regionali per il nulla osta alla discarica.
Ieri, infine, la Gdf di Seregno ha acquisito documenti in Regione su ordine della Procura di Monza.

Una piccola storia di terreni agricoli a cui sarebbe stata illecitamente cambiata la destinazione d'uso. Niente a che fare col terremoto che sta scuotendo il Pirellone. Ma di questi tempi, anche uno spiffero somiglia a un temporale.

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