Tasse, salario minimo ed eco-diktat: De Benedetti alter ego della Schlein

Ambientalismo, salario minimo, più tasse sui ricchi ed eco-diktat: l'agenda politica di De Bendetti è sovrapponibile a quella del nuovo segretario dem. Ecco le assurde proposte condivise dai due

Tasse, salario minimo ed eco-diktat: De Benedetti alter ego della Schlein

Ambientalismo ideologico e voglia di patrimoniale. "Tassateci tutti, tassateci subito". Anti-melonismo militante e progressismo spicciolo. Salario minimo, reddito di cittadinanza, controlli fiscali a tutto spiano. Dirigismo in salsa rossa. In sintesi: via libera alla "radicalità" di sinistra. L'Italia sognata da Carlo De Benedetti è la stessa che Elly Schlein vorrebbe plasmare con la propria azione politica.

Da qui, la singolare (ma non troppo sorprendente) suggestione: leggendo le pagine del nuovo saggio dell'imprenditore torinese, sembra quasi di osservare una di quelle figurine lenticolari che mostrano una diversa immagine in base all'angolazione prescelta. Da una parte si scorge il profilo dell'ingegnere maître à penser della sinistra, dall'altro quello della nuova leader ultra-progressista del Pd.

Patrimoniale e tassa di successione: il sogno di De Benedetti

Il pensiero di De Benedetti ricalca infatti quello della Schlein su moltissimi temi, al punto che verrebbe da chiedersi se la proposta dem possa davvero considerarsi nuova e dunque rivolta al futuro. Se l'agenda del nuovo segretario Pd è la stessa proposta dall'88enne imprenditore torinese, perché viene presentata come un'alternativa allo storico establishment della sinistra? Del desiderio di patrimoniale manifestato dall'ingegnere avevamo già scritto su queste pagine, manifestando tutte le perplessità e le contrarietà del caso. "Va istituita anche in Italia una patrimoniale, ovviamente progressiva", ha sentenziato De Benedetti nel suo nuovo libro, dicendosi favorevole anche alla tassa di successione. Non stupisce che, nei mesi scorsi, anche la Schlein si fosse dichiarata incline all'aumento di quella imposta. Ma l'affinità tra i due spazia anche attraverso altre istanze.

Più tasse sui ricchi e "indagini patrimoniali" a campione

"Un giusto sistema fiscale dovrebbe portare a un dimezzamento del numero di miliardari nel pianeta entro il 2030", ha annotato l'ingegnere nel suo saggio. "Tassare i ricchi non è una proposta populista. È una misura economicamente logica e razionale", ha aggiunto, prospettando serratissimi controlli contro l'evasione. Un approccio che definire ideologico sembra riduttivo. "Abbiamo una prova tangibile dell'evasione in ogni porto turistico e sulle strade della Penisola", ha scritto ancora De Benedetti, parlando poi di "indagini patrimoniali a campione sui proprietari di quelle barche, di quelle vetture di lusso" per arginare gli illeciti. Che guaio confondere la legalità con il Grande fratello fiscale! Guarda caso, pure Elly Schlein nei giorni scorsi aveva auspicato una "maggiore progressività del nostro sistema fiscale". Dobbiamo "andare a colpire le rendite", aveva detto.

Salario minimi e anti-melonismo: le affinità tra De Benedetti e Schlein

Allo stesso modo, la piena sintonia tra l'88enne imprenditore e la 37enne leader Pd la si è riscontrata sul salario minimo. "Non è una bandiera politica, è quasi un’emergenza umanitaria", ha deliberato De Benedetti, parlando di "battaglia di giustizia". Posizioni del tutto sovrapponibili a quelle del neo-segretario dem.

E su Giorgia Meloni? Lo stesso livore. Il suo governo - ha minimizzato l'ingegnere - è stato "eletto da una minoranza degli italiani". Stranamente, nulla da dichiarare invece sul Pd che è stato al governo per un decennio senza nemmeno vincere le elezioni (pure Stefano Bonaccini lo aveva rinfacciato ai vertici dem). Ma le contraddizioni dell'ex proprietario di Repubblica sono andate oltre. Da una parte, infatti, l'imprenditore ha chiesto controlli per tutelare le casse pubbliche dai furbetti, dall'altro ha difeso il reddito di cittadinanza ("una misura necessaria"), menzionando soltanto en passant le "truffe" e gli "errori" legati all'impostazione di quel sussidio.

L'ambientalismo ideologico e il dikat sulle case

Infine non potevano mancare i capisaldi dell'ambientalismo ideologico. In versione eco-attivista, nel suo libro De Benedetti ha sostenuto che l'emergenza climatica "è molto peggiore rispetto al Covid, perché il virus si indebolisce mentre il danno ambientale ha una natura incrementale". Chissà cosa ne pensano gli italiani che purtroppo hanno perso dei congiunti a causa della pandemia. Con simili premesse, l'imprenditore non poteva che essere d'accordo con l'euro-follia delle case green per imposizione. "La politica ha il compito di fdire dire ai cittadini: la riqualificazione energetica è indispensabile perché i nostri consumi non sono più sostenibili per l'ambiente", ha spiegato De Benedetti, riflettendo poi sul fatto che quasi un terzo degli italiani possegga anche una seconda casa. "Se mancano i capitali per ristrutturarle entrambe, potrebbe essere più conveniente venderne una e portare l’altra nella miglior classe energetica possibile", ha chiosato. Ma perché mai dovrebbero essere le istituzioni - con certi diktat green - a dire agli italiani cosa fare dei propri immobili?

Anche in questo, le posizioni di De Benedetti sono

sembrate assai affini a quelle del segretario Pd. Al punto che, dopo aver letto le magniloquenti dissertazioni dell'ingegnere, uno potrebbe pensare al primo come un alter-ego politico dell'altro. E viceversa.

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