“I terroristi? Suoi amici”. E la Boldrini porta in tribunale Nicolai Lilin

L’ex presidente della Camera è stata sentita oggi nel processo per diffamazione intentato contro lo scrittore di Educazione siberiana

“I terroristi? Suoi amici”. E la Boldrini porta in tribunale Nicolai Lilin
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Lo scrittore moldavo Nicolai Lilin (il cui vero nome è Nicolai Verjbitkii) è sotto processo a Roma per diffamazione nei confronti di Laura Boldrini. I fatti contestati risalgono all'agosto nel 2017, subito dopo l'attentato avvenuto a Barcellona, dove perse la vita anche un cittadino italiano. "Un altro nostro concittadino massacrato dai terroristi islamici, amici della Boldrini, sostenuti dalla sinistra Italiana", il tweet dell'autore del best seller "Educazione siberiana", seguito da interviste cartacee e televisive in cui attaccava l'esponente del Partito Democratico: "Sosteneva che terroristi dell'Iss e nazisti erano miei amici - ha detto in aula Boldrini -. Una cosa gravissima per chiunque ma per me in particolare perchè ero la terza carica dello Stato".

"Come si può accusare la terza carica dello Stato di essere amica dei terroristi?", ha aggiunto la Boldrini di fronte ai giudici:"Dopo l'attentato dell'agosto 2017 a Barcellona, costato la vita anche a un italiano, l'imputato fece un tweet in cui definiva i terroristi amici miei, il mio collaboratore me lo mostrò e lì per lì non gli abbiamo dato troppa importanza ma poi lui ha rilasciato interviste anche ai quotidiani dicendo frasi infamanti su di me, che sostenevo i terroristi dell'Isis e i nazisti e a questo punto ho deciso di querelarlo". Nel corso della sua testimonianza in aula, la deputata dem ha evidenziato che Lilin l'aveva attaccata anche per l'incontro con l'allora omologo ucraino, il presidente della Rada Andriy Parubiy, accusato di simpatie filonaziste: "L'invito era a nome della Camera ucraina e fu l'allora presidente ucraino a sollecitare l'incontro, rifiutarmi di incontrarlo a causa di divergenze politiche non sarebbe stato un comportamento istituzionale".

Lilin cancellò il post in questione il giorno successivo, senza fare passi indietro sulla presunta amicizia tra la Boldrini e i terroristi dell’attentato di Barcellona.“Credo nella libertà di espressione”, evidenziò lo scrittore nel mezzo della bufera, riservando parole durissime all’esecutivo di sinistra in carica al tempo: “Quello che ho scritto lo ribadisco, è una provocazione voluta. Da tempo cerco di sollevare reazioni verso il modo di fare politica della Boldrini e dei suoi colleghi di governo, soprattutto sui temi di immigrazione e terrorismo. La sinistra italiana oggi è peggio dei nazisti: danno del fascista a chiunque abbia un’opinione diversa dalla loro”. L’attacco alla Boldrini non fu casuale, rimarcò: “Sono nato nell’ex Unione Sovietica, oggi mi trovo in un paese occidentale e non ci sto a vedere questo continuo gioco dei politici che con ipocrisia sfruttano le idee della sinistra per i propri interessi. La multiculturalità deve esistere, ma nessuno deve lucrare sugli immigrati.

In Italia abbiamo bisogno di persone che rappresentino veramente gli interessi dei cittadini, non che si pieghino a oligarchi, banche o scafisti. La politica deve essere capace di creare regole di convivenza per il multiculturalismo”.

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