Nei giorni in cui Giuseppe Conte "festeggia" i tre anni alla guida del Movimento 5 Stelle, la lotta intestina contro Beppe Grillo entra nel vivo e potrebbe rivelare clamorose sorprese alle porte del quindicesimo anniversario del partito (4 ottobre). Colui che si vantava di essere l'Elevato e che con un post sul blog spegneva ogni polemica e imponeva le proprie scelte ora deve necessariamente calcolare lo spettro della resa dei conti finale, che potrebbe provocare anche una clamorosa scissione, decisamente più dura da digerire rispetto a quella innocua organizzata da Luigi Di Maio due anni fa per sostenere invano il cadente governo Draghi.
Il quotidiano Repubblica racconta di un fondatore completamente isolato e spaesato che si sfoga con i più stretti collaboratori e con quei pochi agganci che gli sono rimasti, tra cui Virginia Raggi e Alessandro Di Battista: "È una fase che non capisco. Conte sta facendo tutto di testa sua", dice in maniera sconsolata Grillo nelle telefonate dalla sua casa di Marina di Bibbona. Giuseppi sta demolendo tutti i capisaldi dei 5 Stelle e il comico genovese non ci sta, anche perché non è stato chiamato a esprimere un parere, come del resto appare dallo scambio reciproco di lettere tra i due. Se il garante pretende un "ritorno alla forma fisica del 2018" - ovvero quando il M5s correva da solo e non dichiarava alleanze - l'ex presidente del Consiglio è pronto a rivedere il limite dei due mandati, il logo e il nome del partito; oltre a collocarsi stabilmente nel campo largo del centrosinistra.
Niente più neanche "democrazia diretta", già stata sostituita dalla "democrazia partecipativa e deliberativa" con il contributo della società Avventura Urbana. Tra due mesi di terrà la costituente grillina e la fine di un rapporto mai nato potrebbe essere veramente vicina. Nel giorno di San Francesco Conte potrebbe proporre la novità assoluta del sorteggio per stabilire i 300 delegati scelti per approfondire i temi e i progetti inoltrati da iscritti e non iscritti. L'agitazione interna al Movimento è palpabile: "Conte, da tempo, non sopporta le incursioni di Grillo. La pensano in maniera diversa su tutto e la convivenza è impossibile", si mormora.
Ma l'avvocato del popolo rassicura: "Lo statuto prevede che il logo non appartiene a Grillo, ma all'associazione quindi a me che sono il presidente". Ma la questione potrebbe non essere così scontata. Anche perché Grillo è convinto che dietro le mosse di Conte ci sia Elly Schlein.
E chissà che anche i 300mila euro che Beppe riceve per le consulenze potrebbero non essere più garantiti. Chi subodora il profumo del terzo mandato potrebbe direttamente scansare il capopopolo ligure dal suo piedistallo che, fino a qualche giorno fa, sembrava intoccabile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.