
È in corso davanti alla Corte Costituzionale l'udienza pubblica sul ricorso presentato da Palazzo Chigi contro la legge della Regione Campania sul terzo mandato, vietato dalla norma nazionale. Secondo il governatore Vincenzo De Luca la legge campana è legittima perché "esclude dal computo dei mandati rilevanti, ai fini dell'applicazione del principio del divieto di terzo mandato, quelli precedenti a quello in corso all'entrata in vigore della legge regionale". Secondo Palazzo Chigi invece la norma statale sul terzo mandato è "autoapplicativa" e "incostituzionale" rispetto agli articoli 3 (principio di uguaglianza e ragionevolezza) e 51 (principio di uguaglianza nell'accesso alle cariche elettive) della Costituzione.
Non è la prima volta che una regione recepisce la normativa nazionale inserendo la possibilità di un terzo mandato per il presidente in carica. È già accaduto in Piemonte, nelle Marche, nel Veneto con Zaia nel 2020 con alcune alchimie giuridiche ma mai la presidenza del Consiglio dei ministri ha fatto ricorso. La decisione della Consulta, attesa per oggi, inciderà sulle prossime Regionali 2025 perché anche Zaia vuole candidarsi per un potenziale quarto mandato.
Secondo la presidenza del Consiglio, rappresentata dagli avvocati dello Stato Ruggero Di Martino ed Eugenio De Bonis (per la Regione Campania sono presenti gli avvocati Giandomenico Falcon, Aristide Police e Marcello Cecchetti) "esiste chiarezza del dato normativo" per cui è evidente che la legge statale in tema di elezioni regionali stabilisce "il divieto o limite del terzo mandato" e pertanto se un presidente di Regione "ha conseguito due mandati consecutivi non può concorrere a una terza elezione". Non solo.
La Consulta a loro avviso dovrebbe tener conto anche del "principio di democraticità" che chiede anche "la tutela del fisiologico ricambio" della leadership politica al governo delle Regioni, ponendo un freno "al prolungarsi dell'esercizio di potere da parte della stessa persona".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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