Violenze in piazza a Torino, Nordio: "I giudici siano severi". E scoppia la bufera

I quasi 20 poliziotti intossicati durante gli scontri di Torino non possono essere considerati un incidente di percorso: ora Nordio chiede la linea della fermezza ai giudici. Ma l'opposizione non ci sta

Scontri di Torino
Scontri di Torino
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La giornata di venerdì 15 novembre è stata caratterizzata dagli ennesimi scontri innescati dai manifestanti, sedicenti studenti, che hanno tentato di sfondare i cordoni di sicurezza della Polizia di Stato. Il bilancio finale parla di 19 agenti rimasti intossicati dallo scoppio di un ordigno urticante al cloro che è riuscito a raggiungere lo schieramento degli agenti. Ma nel corso della giornata sono stati assaltati anche due fast-food, i cui arredi sono stati rovinati e i panini rubati, e la Mole Antonelliana, che ospita il Museo Nazionale del Cinema, dove sono state strappate le bandiere italiane e aggrediti i dipendenti. A questo si aggiungono il gesto della P38, i cori che si rifanno al terrorismo brigatista, le foto dei ministri e del presidente del Consiglio imbrattate di rosso, il fantoccio del ministro Valditara dato alle fiamme.

"Come tutte le forme di violenza sono inaccettabili, spero che la magistratura intervenga nei tempi più rapidi e nel modo più severo", ha dichiarato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che non dimentica come è nato il terrorismo degli anni Settanta, "anche a Torino. Hanno iniziato così, prima si incita alla rivolta, poi si aggrediscono i poliziotti, poi si fa il gesto della P38 per strada e poi però si spara, quindi l'intervento deve essere rapido, efficace". Da parte del governo l'impegno c'è, ha sottolineato "però adesso sta alla magistratura dimostrare di essere molto molto severa nei confronti di coloro che hanno ferito le forze dell'ordine". Non ci sono attenuanti, ha ribadito, "per chi aggredisce le forze dell'ordine, su questo bisogna essere chiari".

Nemmeno dopo la giornata di ieri, in cui gli agenti non hanno reagito e si sono esclusivamente difesi per non essere sopraffatti, spesso solamente con gli scudi e senza estrarre gli sfollagente. "La violenza è intollerabile, così come la strumentalizzazione politica della violenza che non dovrebbe fare nessuno, in particolare modo chi ha responsabilità di governo", ha dichiarato il segretario del Partito democratico, Elly Schlein, incapace di condannare senza "se" e senza "ma" le immagini del capoluogo piemontese. Chi era nelle piazze, inclusa quella di Torino, si dichiara esplicitamente di sinistra, comunista, e non è strumentalizzazione definirla "violenza rossa".

La paura di perdere voti sembra essere più forte della condanna per una deriva violenta dell'Italia per le opposizioni. Opposizioni che, come nel caso del deputato dem Matteo Mauri, non perdono occasione per creare la polemica: "Il ministro Piantedosi pensi a fare il proprio dovere invece che passare il tempo a dire all'opposizione come comportarsi.

Non abbiamo bisogno, come ha fatto anche oggi, che ci spieghi da che parte stare. Abbiamo dimostrato di saperlo molto bene nei momenti più complicati della storia di questo Paese. A differenza di qualcuno della destra che non ha ancora fatto i conti nemmeno con la storia"".

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