Per Michele Santoro arriva un'altra grana burocratica da affrontare nel percorso verso le elezioni europee alle quali lui si è (ri)candidato: dopo il difficile raggiungimento della soglia sbarramento e il problema della raccolta delle firme da raccogliere, adesso - a quanto si apprende - sulla lista "Pace Terra Dignità" piomba anche la contestazione del simbolo contestato, con la possibilità che venga seriamente messo in dubbio il lavoro fatto fino a qua. La questione riguarderebbe infatti il contenuto del contrassegno scelto per la lista, contestato dal partito politico altoatesino "Verdi del Sudtirolo/Verdi-Grüne-Vërc" per la sua somiglianza.
La querelle viene spiegata bene dal sito "I simboli della discordia", il portale informativo specializzato in questo tipo di vicende. I co-portavoce della forza politica attiva nella provincia autonoma di Bolzano, Elide Mussner e Luca Bertolini, si sono rivolti a un avvocato per tutelare gli interessi del proprio partito: nella giornata di ieri Bertolini, che ne è anche il legale rappresentante, avrebbe inviato una lettera di diffida a Santoro (quale promotore "politico") e al Partito della Rifondazione comunista (quale soggetto politico aderente al progetto), lamentando la violazione (preventiva) delle norme elettorali in materia di contrassegni.
Il sito ricostruisce sinteticamente i contenuti della diffida dei Verdi del Sudtirolo, che prendono atto della raccolta firme in corso e della descrizione del contrassegno della lista Pace Terra Dignità: "Cerchio di colore rosso tizianesco, recante al suo interno: - al centro, bozzetto di colomba di color bianco che porta sul becco ramo d’ulivo di color verde. - in basso, scritta di color bianco PACE TERRA DIGNITÀ in carattere stampatello maiuscolo". Contemporaneamente la lettera segnala che "il Partito Verdi del Sudtirolo/Alto Adige - Grüne Südtirols - Verdi-Grüne-Verc, già dal 2014 [...] risulta iscritto nel registro dei partiti politici riconosciuti ai sensi del decreto-legge 149/2013" e che il suo statuto registrato, all'art. 2, descrive così il simbolo del partito: "Una colomba della pace bianca su fondo verde contornata dalla scritta 'VERDI GRÜNE VËRC'".
Ecco quindi la presenza di una certa somiglianza tra il simbolo storico dei Verdi-Grüne-Verc e il potenziale contrassegno della lista Pace Terra Dignità. Secondo il legale a cui il movimento altoatesino si è rivolto, il confronto mostrerebbe "ictu oculi che quest'ultimo viola palesemente le disposizioni dell'art. 14 D.P.R. 30/03/1957, n. 361", ovvero la disposizione che regola il deposito e l'ammissione dei contrassegni per l'elezione della Camera e che si applica esplicitamente anche alle elezioni europee. Il comma 3 dispone poi: "Non è ammessa la presentazione di contrassegni [...] identici o confondibili con quelli presentati in precedenza ovvero con quelli riproducenti simboli elementi e diciture, o solo alcuni di essi, usati tradizionalmente da altri partiti".
Il comma 4 - introdotto nel 1993 dalla "legge Mattarella" e modificato nel 2005, come il comma precedente, dalla "legge Calderoli" - precisa inoltre che "costituiscono elementi di confondibilità, congiuntamente od isolatamente considerati, oltre alla rappresentazione grafica e cromatica generale, i simboli riprodotti, i singoli dati grafici, le espressioni letterali, nonché le parole o le effigi costituenti elementi di qualificazione degli orientamenti o finalità politiche connesse al partito o alla forza politica di riferimento anche se in diversa composizione o rappresentazione grafica".
Da qua, quindi, la diffida invita i promotori della lista "a non utilizzare il contrassegno da Voi fino ad ora utilizzato - né per raccolte di firme, né per una successiva partecipazione a elezioni a qualsiasi livello - in quanto evidentemente confondibile con il simbolo storicamente utilizzato dai Verdi-Grüne-Verc in precedenti elezioni".
Il partito si è anche riservato di proporre "formale opposizione a ogni deposito presso il Ministero dell'interno di un simbolo graficamente confondibile con quello dal partito fino ad ora utilizzato". Insomma: manca circa un mese al deposito dei simboli e delle candidature per le Europee di giugno e per i pacifisti di Santoro si fa sempre più dura arrivare a Bruxelles e Strasburgo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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