A sinistra sono sempre dalla parte giusta, anche quando sbagliano. Lo dimostra il fatto che nessuna femminista si sia ancora indignata per il post sessista di Massimo Zucchetti, professore ordinario al Politecnico di Torino, che nei giorni del G7 ha condiviso un post contro Giorgia Meloni. L'immagine della premier è quella diventata virale in cui Meloni fa una smorfia durante l'incontro con il primo ministro inglese, Rishi Sunak. Nel fotomontaggio, alle sue spalle, è stata inserita un'immagine di Rocco Siffredi. L'allusione è chiara, esplicita, eppure nessuna impavida femminista ha osato indignarsi.
Ma non è finita qui, perché il docente non ha esitato a scagliarsi anche contro gli ucraini in occasione della sfida ai campionati Europei contro la Romania. "Gli ucraini mi danno fastidio solo a vederli", scriveva il professore solo ieri nel suo profilo, che oggi ha polemicamente reso privato. "La censura nel periodo fascista", si legge nel post pubblicato a seguito di alcuni articoli che sono iniziati a uscire dopo il suo post. "Devono andare fuori dai coglioni al più presto. Il loro fuhrerino poi ha bisogno di soldati per difendere la 'democrazia', no? Bene, fra poco 22 in più da mandare al macello", si leggeva ancora nel suo post, che ora non è più visibile, probabilmente perché cancellato o reso privato. Ma ci sono anche i post contro Israele, o c'erano, nel profilo di Zucchetti, e anche quelli contro i colleghi, che hanno evidentemente sollevato qualche dubbio sul suo operato. "Purtroppo per voi, sono bravo, e quindi faccio il cazzo che voglio e dico quel che mi pare e piace: non ho culi da leccare, né guiderdoni da riscuotere, non faccio marchette e non sono, al vostro contrario, un poveretto che quando andrà in pensione nessuno ricorderà".
Numerose le reazioni politiche in merito alle espressioni del docente, tra le quali quella della senatrice di Fratelli d'Italia, Susanna Donatella Campione, si augura che "le donne dell'opposizione non lascino che un simile episodio scivoli nell'oblio e che esprimano solidarietà al presidente Meloni". Lo stesso si legge nella nota della senatrice di Fratelli d'Italia Elena Leonardi, che ritiene "doveroso un intervento del Politecnico di Torino". Zucchetti non è uno sprovveduto, come dimostra la proposta di conferimento del Premio Nobel per la Fisica nel 2015. Pochi giorni fa ha partecipato attivamente alle manifestazioni degli studenti pro-Palestina al Politecnico di Torino e si è incatenato all'esterno della struttura e non è certo la prima volta che si mette in evidenza per un linguaggio poco consono al suo ruolo. Anzi, in passato le sue esternazioni sono state anche più violente, soprattutto nell'ambito degli ambienti No-Tav, ai quali il professore è stato vicino negli anni passati.
Non mancano, documentati su YouTube, i sermoni dal balcone del professore, così come gli interventi lasciati sulle pagine della galassia squisitamente comunista, come uno datato febbraio 2023, incentrato sulla guerra in Ucraina, in cui si accusa l'Occidente di aver "allevato uno Stato-canaglia neonazista in Europa" e si ridimensionano i crimini di guerra perpetrati dalla Russia, "spesso solo menzogne e esagerazioni di episodi inesistenti, o commessi dalle due parti" in "normali" dinamiche di guerra. Zelensky viene definito dal professore come un "odioso buffone neonazista" e, scriveva Zucchetti, "la Pace passa solo per la vittoria della Russia, per la distruzione politica della giunta golpista ucraina, per l’eradicazione del neonazismo impiantato nell’ultimo decennio". Ma guai a definirlo "putiniano". Ma sfogliando le tracce lasciate dal professore sui social, pubbliche e da tutti consultabili, si scopre che nel 2023 sul suo profilo ricordava Prospero Gallinari, terrorista, militante delle Brigate Rosse, che svolse il ruolo di carceriere di Aldo Moro.
"Per me un amico, per tanti un fratello, per tutti un uomo", scriveva Zucchetti. Un post che ricorda da vicino le parole utilizzate da Donatella Di Cesare, solo qualche settimana fa, per ricordare un'altra brigatista, Barbara Balzerani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.