Raddoppiate le aggressioni agli agenti: il dossier sulla violenza antagonista

Meno scontri ma più feriti. E c'è chi continua a coccolare i violenti e a denigrare le forze dell'ordine

Raddoppiate le aggressioni agli agenti: il dossier sulla violenza antagonista
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Scontri a Torino, scontri a Roma e scontri a Bologna. Il tutto in appena tre giorni nella prima quindicina di gennaio. Sono circa 30 gli agenti che sono stati feriti nelle tre manifestazioni più violente che sono state organizzate da giovedì a sabato pr chiedere giustizia, anzi, "vendetta" per Ramy Elgaml. Più che manifestazioni si è trattato di espressioni di guerriglia urbana, sviluppate al solo scopo di creare disordine e caos, di costringere le forze dell'ordine a intervenire, per poi lamentarsi delle cariche con scudi e sfollagente. Il Viminale ha diffuso i numeri definitivi delle manifestazioni del 2024 e il bilancio è tutt'altro che positivo. L'unico dato che può essere considerato in maniera ottimistica è la riduzione del 18,9% delle manifestazioni con criticità rispetto al 2023. Ma ciò non ha impedito l'aumento esponenziale del numero di agenti che sono rimasti feriti, ossia 273, che corrisponde a un incremento del 127,5% rispetto all'anno precedente.

In totale, nel 2024, ci sono state 12.302 manifestazioni, il 9,7% in più rispetto al 2023. "In particolare, 4.187 sono state organizzate per motivazioni sindacali e occupazionali (+38,8 per cento), mentre 1.874 sono state promosse a sostegno della pace (+39,3 per cento)", si legge nella nota del ministero dell'Interno. Il 2025 è iniziato con il piede sbagliato se queste sono le premesse dei prossimi mesi e la percezione è che i facinorosi dietro queste rivolte possano puntare sempre più in alto. Questo genere di manifestazioni prende per lo più vita all'interno dei centri sociali, dove si riuniscono gli antagonisti dell'estrema sinistra e alcune frange di anarchici. La strumentalizzazione parte da queste aree ma sarebbe sbagliato parlare di infiltrazioni, perché la realtà è che c'è una fusione di intenti.

La morte di Ramy è solo l'ultimo pretesto per scendere in piazza a far guerriglia, come dimostrano i numeri del 2024, quando il pretesto è stato per lo più la Palestina.

Queste frange, che pescano a piene mani dalle scuole e dalle università, dove fanno proselitismo di bassa lega basato sull'odio politico e sull'abolizione di un quali si voglia dialogo democratico, sobillano la rivolta e spronano i giovanissimi a scontrarsi con le forze dell'ordine, mandandoli in prima fila per ragioni di convenienza e politiche. Sono tecniche e strategie note, in uso fin dagli anni Settanta, che stanno trovando nuova applicazione nelle generazioni di oggi, non figlie ma nipoti di quelli che hanno fatto e vissuto gli anni di Piombo.

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