"Preparava un attacco terroristico a un luogo cristiano". Espulso un tunisino

Matteo Piantedosi ha firmato il decreto di espulsione per un cittadino tunisino che voleva costituire una cellula terroristica in Italia

"Preparava un attacco terroristico a un luogo cristiano". Espulso un tunisino
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Continuano le espulsioni per ragioni di sicurezza dal nostro Paese. È di oggi la nota del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, che ha annunciato il rimpatrio di uno straniero che si stava muovendo sul territorio con l'obiettivo di compiere un attentato terroristico nel nostro Paese. "Un cittadino tunisino, che ho espulso per motivi di sicurezza nazionale, è stato rimpatriato nel suo Paese di origine. Gli investigatori hanno scoperto che voleva costituire una cellula terroristica per compiere un attentato in un luogo di culto cristiano nel nostro Paese", ha spiegato il ministro con una nota diramata sui social.

L'allarme terroristico continua a essere alto in tutta Europa e anche nel nostro Paese. Nei giorni scorsi sono stati diramati importanti allarmi per gli Europei di calcio in corso in Germania e, soprattutto, per le Olimpiadi in programma a Parigi a fine luglio. I servizi segreti italiani e tutto l'apparato di sicurezza del nostro Paese è fondamentale per individuare i soggetti pericolosi e impedire che possano agire per raggiungere i propri intenti. Ma sono anche inseriti nella rete internazionale di prevenzione terroristica, in modo da collaborare con tutti gli apparati europei, e non solo, per prevenire il rischio di nuovi attentati. Proprio per limitare il rischio di ingresso di nuovi soggetti pericolosi, l'Italia lo scorso ottobre ha preventivamente sospeso il trattato di Schengen, al pari di altri Paesi, reintroducendo i controlli sul fronte orientale del Paese.

"Dal 21 ottobre scorso a oggi sono state controllate oltre 422 mila persone, respinti 1800 cittadini stranieri irregolari e le Forze di Polizia hanno arrestato 90 persone per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina", ha spiegato Matteo Piantedosi durante il recente trilaterale con gli omologhi croato e sloveni. Per il momento non ci sono previsioni di riapertura a breve termine ma si sta ragionando nell'ottica di una riapertura non prima del 2025. Molto dipenderà anche dall'evoluzione della situazione in Medioriente.

Intanto quest'oggi il procuratore generale federale tedesco, Jens Rommel, ha lanciato l'allarme sicurezza, identificando nel terrorismo islamico uno dei principali problemi per la Germania. La branca "Provincia di Khorasan" dello Stato Islamico, in particolare, sta prendendo di mira la Germania con tentativi di reclutamento e attacchi. Rommel ha inoltre ricordato che anche gli individui radicalizzati senza legami con un'organizzazione islamica rappresentano una minaccia per la sicurezza interna.

I cosiddetti lupi solitari, come quello che ha agito solo poche settimane fa a Mannheim, rappresentano uno dei pericoli maggiori per le difficoltà di intercettazione. La Procura tedesca ritiene inoltre che l'organizzazione islamica palestinese Hamas rappresenti sempre di più un pericolo per la minaccia di attacchi in Europa.

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