Regione Liguria, fallisce la spallata a Toti

In Regione Liguria la sinistra tenta la spallata alla giunta Toti ma fa un buco nell'acqua. La lettera del presidente punge le opposizioni e accende il confronto

Regione Liguria, fallisce la spallata a Toti

"Con una miopia politica con rari precedenti, oggi, con questa mozione di sfiducia, le opposizioni tentano una spallata politica che non riuscirà". Giovanni Toti non c'è, ma le sue parole risuonano con forza nell'aula del Consiglio regionale ligure, dove va in scena vero e proprio un tiro al bersaglio politico. E il bersaglio è chiaramente lui, il presidente di Regione costretto agli arresti domiciliari da quasi un mese con l'accusa di corruzione e falso nell'ambito di un'inchiesta che intanto continua a far discutere. Attraverso la voce del consigliere totiano Alessandro Bozzano, il governatore ribadisce però le proprie ragioni e respinge il tentativo di assalto della sinistra. Lo fa con toni sicuri, che in aula a Genova fanno surriscaldare le opposizioni. Il confronto prosegue - non senza tensioni - per alcune ore, poi arriva fatidico il voto e i numeri sono tutti a favore di Toti e della sua giunta: 18 voti contrari alla mozione di sfiducia contro 11 favorevoli.

"Dopo un decennio di costanti sconfitte politiche ed elettorali, la stessa classe dirigente della sinistra, che ha saputo deludere i cittadini più di ogni altra, in una Regione dove fortissime erano le sue tradizioni, oggi intravede, grazie ad una inchiesta della magistratura, la possibilità di recuperare un po’ del terreno perduto. Lo fa sfruttando l’eco di una inchiesta che al momento è solo tale, senza rinvii a giudizio e tanto meno senza condanne", aveva attaccato Giovanni Toti nella sua missiva all'aula. E le opposizioni in Consiglio regionale sono salite sulle barricate. Confermando peraltro così la tesi del presidente; ovvero quella di una mossa politica sull'onda di una vicenda giudiziaria. "Le dimissioni di Toti sono un atto politico necessario, l'inchiesta che ha colpito la Liguria decapitando la capacità amministrativa della Regione Liguria e del porto di Genova, ha dimostrato il fallimento politico e gestionale di cui il centrodestra è protagonista, una degenerazione politica e di etica pubblica che ha espropriato la democrazia", ha scandito il capogruppo del Partito Democratico in Regione, Luca Garibaldi.

Mentre si infiamma il dibattito, Matteo Salvini entra a gamba tesa in difesa del governatore: "Orgogliosi del modello Liguria, alla faccia di chi sogna spallate approfittando di inchieste in piena campagna elettorale. Parliamo di una regione capace di crescere e di ammodernarsi: nessuno fermerà il rinascimento di questa terra". E a Genova le opposizioni rincarano la dose. In aula parla, tra gli altri, il consigliere e capogruppo Ferruccio Sansa: "Provo pena più che odio verso Toti, qui non discutiamo di lui, ma di una cosa molto più grande che riguarda il nostro Paese, non solo la Liguria e nemmeno Genova. Toti da accusato si è fatto vittima e poi martire, ora persino giudice, l'accusato di corruzione e falso si fa persino giudice, 'le regole fanno male': è questo il messaggio, le scorciatoie, la corruzione, gli intrallazzi persino con la mafia fanno migliore la Liguria, un modo di ragionare sovversivo". E ancora: "Dobbiamo pensare alla Liguria e non ai nostri schieramenti. Dobbiamo dire che da parte stiamo, chiamarsi fuori non è possibile".

Ad ascoltare le opposizioni, sembra quasi che Giovanni Toti non abbia nemmeno il diritto di difendersi e di rivendicare un'azione di governo che portato riscontri positivi in Liguria. Sul punto, il presidente sferra una zampata alle opposizioni: "La vostra Liguria era una terra in ombra, felice di stare un passo indietro, nella speranza che scomparendo dalla mappa della politica scomparisse anche la mediocrità della sua classe dirigente (...) Oggi la Liguria è un modello di capacità di scelta, di attrazione degli investimenti, di velocità di realizzazione". Da qui, la richiesta all'aula di confermare la fiducia per far proseguire l'azione amministrativa intrapresa. La maggioranza di centrodestra chiaramente ci sta e ad esplicitare la posizione ovvia è il presidente ad interim della Regione, Alessandro Piana.

"La posizione garantista della Giunta regionale trova fondamento nell’art. 27 della Costituzione e nel senso di responsabilità. Nonostante il clima creato da alcuni operatori della comunicazione pronti a una condanna mediatica preventiva, tramite linciaggio morale e politico, la Regione Liguria ha dimostrato di saper proseguire la sua attività e quella degli Enti coinvolti, senza alcuna sosta", dichiara l'esponente leghista durante la rovente seduta del Consiglio regionale, enumerando gli obiettivi ottenuti dalla giunta in favore dei liguri. "La maggioranza di centrodestra è compatta - al servizio di tutti i liguri, e non solo di chi l’ha votata a stragrande maggioranza – nel rivendicare un modello di sviluppo che ha portato risultati tangibili e nel confermare la fiducia al presidente democraticamente eletto", ribadisce.

La sinistra si mette di traverso: contrattacca e prova l'assalto con il voto.

Ma alla fine i numeri danno ragione a Toti: spallata fallita. Ne escono sconfitti i promotori della mozione di sfiducia, ovvero Partito Democratico, M5S, Linea Condivisa e Lista Sansa per sfiduciare Toti.

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