«Intesa impossibile, Bobo tentava un ricatto»

Stefano Zurlo

da Milano

Sarà un caso, ma all’autista che lo sta scorrazzando su e giù per i tornanti della Lunigiana, continua a ripetere: «Gira a destra». Svolte a sinistra, nemmeno a parlarne. Lucio Barani, scoppiettante sindaco di Villafranca in Lunigiana ed ex primo cittadino della vicinissima Aulla, ha guidato in Commissione di garanzia la delegazione demichelisiana nel corpo a corpo con gli uomini di Bobo Craxi.
Sindaco Barani, com’è andata?
«Ho provato a mediare».
Non ci è riuscito?
«Siamo arrivati al congresso, venerdì, in una situazione già difficilissima. Noi, l’ala di De Michelis, avevamo la maggioranza in quindici regioni, loro in quattro».
Un attimo: le regioni italiane non sono venti?
«Sì, ma in Val d’Aosta non c’è nessuno. Il problema è che loro ci hanno contestato i risultati di tutte e quindici le regioni».
E voi?
«Noi abbiamo messo in dubbio le loro quattro vittorie».
Questa è la premessa su cui lei ha tentato la mediazione?
«Io ci ho provato. Ripeto. I rapporti di forza erano 70 a 30 per la linea di De Michelis e anche in Commissione di garanzia eravamo in maggioranza».
Ma non eravate cinque contro cinque?
«Sì, ma loro si sono ridotti a tre. Umberto Guerini, segretario del partito a Bologna, è scappato gridando: “Che schifo”. Un altro garante si è sentito male e ha gettato la spugna. Avremmo potuto fare un colpo di mano, naturalmente abbiamo seguito la strada del dialogo».
Quante riunioni ci sono state?
«La commissione è stata convocata una ventina di volte in tre giorni».
C’è stato quindi un congresso nel congresso? Un accapigliamento ristretto nella baraonda generale?
«Più o meno. Loro avevano centinaia di delegati falsi. Avevano organizzato 6 pullman di calabresi con i fischietti. Una vergogna».
Non siete venuti a capo di nulla?
«No. Loro hanno tentato un ricatto: la maggioranza del partito in cambio di Bobo segretario».
Irricevibile?
«La maggioranza ce l’avevamo già».
Bobo?
«È il figlio biologico di Bettino. Non politico».
Però è stato acclamato segretario.
«Di un partito regionale. Quello dei calabresi di Saverio Zavettieri».
La Commissione di garanzia?
«Non ha trovato la base congressuale».
Che dev’essere come l’araba fenice.
«Il congresso è nullo, o meglio non è mai stato aperto. Continuavano a girare numeri falsi, taroccati, sballati. Se Craxi è il segretario, allora si può dire che Ciampi non è il presidente della Repubblica e che Ratzinger non è il Papa».


Prossima puntata della telenovela?
«Il consiglio nazionale, l’unico organismo chiamato a decidere il da farsi».
Però anche De Michelis vuole andare a sinistra...
«E io con lui ma a certe condizioni tutte da verificare, cominciando dalla scelta proporzionale».

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