«Io, dottor Lele, torno a casa e divento nonno»

MilanoÈ stata la prima famiglia allargata ad affermarsi nella nostra televisione. Nel giro di un paio d’anni, è diventata un vero fenomeno in termini di ascolti, si è aggiudicata Oscar della Tv e Telegatti, e ha spianato la strada alla lunga serialità italiana. Ora, a undici anni dall’esordio, la divertente e un po’ scapestrata banda di Un medico in famiglia è pronta a tornare in onda. Proprio in queste ore vengono girati gli episodi della sesta stagione, in autunno su Raiuno. I produttori della Publispei promettono che farà scintille, soprattutto perché il cast è stato rimpolpato con una sfilza di ritorni eccellenti. Il più atteso dai milioni di fan, è quello del dottor Lele Martini, il primo camice bianco della serie, il capofamiglia, figlio di nonno Libero alias Lino Banfi. Occhi azzurri, carattere generoso, allegro e accomodante, il personaggio interpretato da Giulio Scarpati è subito diventato un modello per dottori e genitori in carne e ossa. E in molti si sono disperati quando è uscito di scena alla fine della seconda stagione.
Insomma, da Scarpati alias Lele ci si aspetta quella nuova linfa che il ritorno di George Clooney ha infuso nell’ultima serie del telefilm E.R. Lui mantiene la calma, come da copione: «Il mio personaggio prende un anno sabbatico dall’università straniera dove insegna, e rientra finalmente a casa», dice. Lino Banfi ha già anticipato che Lele sarà il nuovo nonno del Medico... «Mia figlia Maria mi darà un nipotino», conferma l’attore. «Ma il dottor Martini resta innanzitutto un papà. Tornare alla vita in famiglia sarà dura, dovrà riconquistare la fiducia dei figli lasciati soli a lungo, e fare integrare i gemelli che finora hanno vissuto assieme a lui». In passato, il produttore Carlo Bixio aveva provato senza successo a richiamare Scarpati nel cast. «Volevo dedicarmi ad altre fiction e al teatro, come sto ancora facendo», spiega l’attore. «Ma mi è venuta lo stesso la curiosità di vedere com’era diventato Lele, gli sono molto affezionato».
Sembra che all’inizio né la Rai né gli attori credessero nel successo di questa serie. «Si trattava di un format straniero da adattare, Mediaset non era interessata e così lo acquistò la Rai, non troppo convinta... », racconta. «Ma quando vidi un episodio spagnolo, capii che i nostri erano altrettanto scritti bene e divertenti. Mi colpiva che fosse una famiglia tutta coniugata al maschile, gestita da un nonno e da un papà entrambi rimasti vedovi. Ed è una caratteristica - continua Scarpati - che li accomuna ai papà di altre celebri clan formato Tv, dai Cesaroni a Tutti pazzi per amore». Sono entrambe fiction di origine spagnola e targate Publispei.

Ma qual è la peculiarità del Medico? «I Cesaroni puntano sull’umorismo e Tutti pazzi sperimenta un nuovo linguaggio. Anche noi già nella prima serie parlavamo di droga, come un padre parla con il figlio. E forse è questo il nostro segreto. Anche i telespettatori - conclude - si sentono parte della famiglia».

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