Un italiano contro il colesterolo

Ignazio Mormino

Enrico Veltri è un uomo corpulento, con una grossa testa. Veste senza pretese, è sempre di buon umore, parla l’italiano approssimativo degli «oriundi». Suo padre, nato a Montecorice, in provincia di Salerno, emigrò negli anni Trenta. Professione: sarto. Enrico, però, arrivò all’Università e si laureò in Medicina a Baltimora. Oggi dirige nel New Jersey l’area cardiovascolare della ricerca Schering Plough. È uno degli scopritori di ezetimibe, la molecola che impedisce l’assorbimento intestinale del colesterolo.
A Roma, nella conferenza-stampa di presentazione del primo congresso nazionale della Società italiana di terapia clinica e sperimentale (congresso che si conclude oggi a Napoli), Veltri ha ripercorso le tappe di quella scoperta e ha ricordato che questa nuova, rivoluzionaria molecola, associata a una statina, ottiene una riduzione dei livelli di colesterolo «cattivo» otto volte superiore alla riduzione che si può ottenere con una sola statina. Molti studi clinici, ha detto Veltri, hanno documentato, per esempio, che l’associazione simvastatina-ezetimibe è la più efficace nei pazienti a rischio: blocca infatti i processi degenerativi che portano all’infarto del miocardio o all’ictus cerebrale.
La presenza in Italia di questo scienziato nobilita il congresso della Società di terapia clinica e sperimentale, nata per affrontare grandi campagne di informazione, prima fra tutte quella che riguarda il colesterolo. Dice il professor Alberico Catapano, cattedratico di farmacologia a Milano e presidente della Società: «Intendiamo lottare contro l’inerzia, contro la rassegnazione. Lanciando lo slogan «Abbasso il colesterolo» vogliamo ricordare ai medici ma anche ai cittadini che questa minaccia è incombente e che bisogna bloccarla, se davvero si vogliono neutralizzare ictus e infarti, killer del nostro millennio.
Sfrutteremo tutte le occasioni per reiterare questo allarme. Siamo seriamente preoccupati. L’indagine condotta dall’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione del professor Mannheimer è arrivata a una sconcertante conclusione: 63 italiani su cento o non sanno che cosa sia il colesterolo o hanno idee sbagliate in proposito».
Guerra aperta, dunque: sulla stampa, sui canali televisivi, sulle piazze. Da Napoli partirà una vera «crociata». Vale la pena, intanto, di ricordare quali sono i livelli di colesterolo cattivo (Ldl) accettati da farmacologi e cardiologi: 160 nei soggetti senza fattori di rischio, 130 nei soggetti a basso rischio, 100 nei soggetti ad alto rischio e 70 nei soggetti ad altissimo rischio (ipertesi, diabetici, obesi, portatori di patologie coronariche).
Particolari «raccomandazioni» raggiungeranno i medici di base. Catapano vorrebbe che in tutti i loro ambulatori fosse esposto il cartello «Abbasso il colesterolo». Forse non otterrà tanto; continua però a consigliare una maggiore attenzione: misurazioni più frequenti e terapie mirate (prima fra tutte l’associazione simvastatina-ezetimibe, sorretta da centinaia di trials).
L’atteggiamento degli italiani verso il colesterolo è sorprendente. Si potrebbe dire che nessuno prende sul serio questo pericolo. Anche coloro che decidono di assumere farmaci per ridurne i livelli smettono presto di curarsi. I cardiologi sono tassativi: i farmaci contro il colesterolo devono essere assunti per tutta la vita. Attenzione soprattutto alle donne.

Come ha dimostrato il professor Massimo Chiariello, cattedratico di cardiologia nell’Università di Napoli, 58 donne su cento hanno valori di colesterolo superiori a 200 e nell’età post-menopausale rischiano più dei maschi.

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