«Alla Juve di Lippi c’erano figli e figliastri»

Scusi Miccoli, non è che si sta montando la testa con questi 10 gol che portano il Palermo in zona Champions?
«Tutt’altro, anche perché dentro ho tanta amarezza. Certo, sono felice perché il Palermo sta andando a meraviglia, ma dobbiamo continuare su questa strada, e soprattutto lottare per la Champions contro squadre più forti ed attrezzate di noi».
Sia sincero, non è che l’amarezza arriva dalla mancanza della maglia azzurra e dalla scarsa considerazione che il ct Lippi ha per lei?
«Tasto dolente. Non ho mai preteso niente e bisogna chiedere a Lippi perché non mi convoca. Però anche se non mi chiama, quello che mi fa maggiormente male è il fatto di non essere nemmeno preso in considerazione. E sì che qualcosa di buono penso di averlo fatto anch’io».
La grande occasione però l’ha avuta quando era alla Juventus e l’ha buttata al vento.
«Adesso ho 30 anni e sono cambiato e in questo ha contribuito la fascia di capitano del Palermo. A Torino sembrava che lo stile Juve valesse solo per me, per farmi togliere l’orecchino. Io facevo notare che c’era chi ne aveva due in un orecchio o chi aveva i capelli rasta, ma a loro non dicevano nulla, il problema era solo il mio orecchino. Adesso mi sono comprato quello di Maradona e lo tengo in casa. L’ho acquistato di proposito per ridarlo a Diego e fare una foto con lui. Tutti sanno che mi piace il wrestling ma, nella riunione di arbitri e capitani, Collina mi ha detto di non mettere più la maschera in segno di esultanza dopo un gol, altrimenti sarei stato ammonito. Perciò adesso mimo con le mani la maschera».
Da Zenga a Delio Rossi, che cosa l’ha trasformata?
«Con Rossi è cambiato tutto, dal carico di lavoro alla mentalità. Con Zenga, quando si pareggiava fuori casa, era una festa; oggi invece cerchiamo sempre la vittoria. Per quanto mi riguarda con Rossi lavoro e corro di più, anche in allenamento, devo dare l’esempio. Prima mi gestivo il lunedì e il martedì».
Però lei ha un debole per Serse Cosmi.
«A fine partita col Livorno ci siamo abbracciati e mi ha detto una cosa che è meglio che non ripeta. Mister Cosmi è il più grande che mi abbia allenato ed è sempre bello quando ci incontriamo».
Il Palermo vola anche sulle ali di Pastore.
«L’argentino è davvero un ottimo giocatore con il futuro dalla sua parte. Adesso deve solo capire meglio il ritmo e le esigenze del nostro campionato».
Quando c’è stata la svolta?
«Con la vittoria a Milano sul Milan, abbiamo capito che potevamo farcela e osare di più.

È stato in quella occasione che abbiamo dato una botta di vita alla nostra autostima».
Scusi, Miccoli, non ha voglia di tornare a casa, a Lecce?
«A Palermo sto da Dio ma ho un sogno nel cassetto: voglio segnare con la maglia del mio Lecce nello stadio della mia città, sotto la curva nord».

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