Nica Fiori
Fra i sette colli di Roma, lAventino è forse quello dallatmosfera più misteriosa, ricco comè di leggende e simboli relativi ad antichi culti pagani e cristiani. Caratterizzato dallestroso genio di Piranesi, cui si deve la piazza dei Cavalieri di Malta, offre tra le altre cose una singolare veduta dalla serratura del portone dingresso alla villa del Gran Priorato di Malta, che permette di ammirare la cupola di S. Pietro inquadrata da fronde dalberi. Il colle, nonostante la sua massiccia urbanizzazione risale ad un periodo relativamente recente, è archeologicamente parlando quasi sconosciuto. Quel poco che si è conservato sotto le chiese è difficilmente documentabile, al punto che quasi nessuno dei monumenti elencati nei «Cataloghi Regionari» del IV secolo dopo Cristo è stato identificato con certezza e perfino il celebre tempio di Diana Aventinese ha finora eluso le ricerche degli studiosi. Unipotesi recente è quella di Laura Vendittelli, secondo la quale i resti di questo tempio si celerebbero nei giardini dellIstituto di Studi Romani, un tempo appartenenti al convento di S. Alessio. Proprio il tempio di Diana sarà al centro del dibattito di archeologi e topografi che si incontreranno per una serie di incontri serali mensili (ogni ultimo venerdì del mese per sei mesi), promossi dallIstituto Nazionale di Studi Romani e dal Pontificio Ateneo S. Anselmo. Oltre a un esame complessivo delle conoscenze sullarea e delle indagini archeologiche più recenti, gli incontri aventinesi tratteranno temi quali la cristianizzazione dellAventino, linsediamento della comunità benedettina sul colle e i restauri delle chiese in occasione del giubileo del 1600. Il primo appuntamento è per questa sera alle 21, presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo (piazza dei Cavalieri di Malta, 5).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.