L’Inps respinge la «sanatoria» Manca la legge, governo battuto

L’istituto previdenziale boccia il provvedimento sui mancati contributi voluto dal ministro

Il consiglio d’amministrazione dell’Inps ha di fatto bloccato la cessione dei 6 miliardi di crediti agricoli alle banche. In apparenza la delibera approvata dà «parere favorevole agli aspetti economico-finanziari dell’operazione», ovvero ai 545 milioni (un decimo valore nominale) che Unicredit e Deutsche Bank dovrebbero pagare alla S.C.C.I. Spa, la società di cartolarizzazione, dove i crediti sono parcheggiati. Ma per «gli aspetti contributivo-previdenziali» - cioè per l’enorme squilibrio che si verificherebbe tra contributi incassati e le prestazioni (pensioni e sussidi vari) che l’Inps deve erogare - rimanda tutto ai ministeri vigilanti «per la soluzione delle problematiche di carattere normativo». Così non può essere firmato il contratto definitivo di cessione tra la S.C.C.I e le due banche.
Ci vorrà dunque una legge del Parlamento che superi i limiti normativi e che trovi le risorse finanziarie per coprire quello che è più di un condono. La proposta di cessione dei crediti infatti prevede uno sconto alle aziende agricole di quasi l’80 per cento sui contributi non pagati, e un incasso per le banche di almeno 1.300 milioni di euro.
La decisione del vertice Inps è una, parziale, sconfitta del ministro all’Agricoltura Paolo De Castro che aveva fatto fuoco e fiamme perché «l’operazione non si avvia subito». Già nei giorni scorsi era sembrato che vasti settori dei Ds avessero preso le distanze dopo che Il riformista ha definito il progetto «un condono mascherato» e il ministro De Castro un «sodale di Prodi».
Che cosa succede ora in pratica? Che dopo la sospensione di un anno scaduta a metà ottobre proseguono i pignoramenti nei confronti dei morosi. Provvedimenti che certamente colpiscono le aziende e il coltivatori diretti realmente in difficoltà. Ma che non hanno effetto sulle aziende fittizie e su quelle infiltrate dalla malavita organizzata (il 75% della morosità è concentrato in quattro regioni: Puglia, Calabria, Campania e Sicilia).
Molto duro il documento emesso dal Collegio dei sindaci dell’Inps. Sull’operazione-cessione dei crediti «il Collegio ribadisce le perplessità già manifestate, che trovano conferma nelle posizioni espresse dai ministeri vigilanti tanto nella riunione dell’8 gennaio quanto nelle due lettere inviate al direttore generale dell’Inps». I sindaci ricordano che per i lavoratori autonomi (i coltivatori diretti) la legge vieta che sia corrisposta la pensione in assenza dei versamenti e anche che si possa «frazionare il contributo annuale». Per i lavoratori dipendenti è prevista l’erogazione automatica delle pensioni e delle altre prestazioni (sussidi di disoccupazione, malattia, maternità), anche se le aziende non hanno versato un contributo. Nell’ipotesi del «condono strisciante», il Collegio «non può non far notare che l’Istituto verrebbe verosimilmente a rinunciare alla possibilità di rivalsa nei confronti dei datori di lavoro».
Nel frattempo da questo pasticcio è emersa un’altra sorpresa. Arriva dal «prospetto informativo» - l’offering circular - dei titoli collocati sui mercati finanziari dalla S.C.C.

I Spa dopo la cartolarizzazione e la cessione dei crediti agricoli alla società da parte dell’Inps avvenuta in questi anni. È scritto in inglese ma è molto chiaro: la S.C.C.I non può rivendere i crediti a un terzo che non sia lo stesso Inps. Questo preciso vincolo non era conosciuto o è stato deliberatamente ignorato?

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