L’integralismo non entri nelle classi

Questa città, ancora una volta, diventa laboratorio e specchio del Paese. La questione della scuola islamica, madrassa, di via Quaranta assume, come è stato sottolineato nell’allarme lanciato da Magdi Allam, il valore di un precedente: se si legalizza questa scuola, altri centri di propaganda integralista potranno seguire la stessa strada. Centri che diffondono una particolare cultura dell’odio, la mistica mortuaria che è alla base del fanatismo jihadista potranno così operare con la copertura e la protezione assicurata dallo Stato italiano, da quell’ordinamento che la predicazione integralista vorrebbe annientare al pari delle altre democrazie occidentali.
La polemica è aperta. L’assessore comunale, che dovrebbe fornire la sede per la scuola, sostiene che la legalizzazione dell’iniziativa è di esclusiva competenza del ministero dell’Istruzione e che, ove fosse concessa la «parificazione» della stessa scuola, al Comune non resterebbe che fornire la sede. Probabilmente la trafila burocratica è questa. Ma una questione di simile gravità può essere liquidata, anzi evasa, come una pratica di ordinaria amministrazione? Gli enti locali solitamente rivendicano il diritto di farsi sentire in ogni questione che riguardi direttamente e profondamente le diverse realtà territoriali. Si presume che gli amministratori locali conoscano la realtà milanese e le tensioni che covano nell’universo degli immigrati: non hanno nulla da dire? Si limiteranno a prendere atto di valutazione operata da una burocrazia lontana?
La nostra è una società libera che intende rimanere tale e proprio per questo non può e non deve concedere spazio a chi, in nome di una libertà religiosa che nessuno contesta, predica l’odio, crea dei fanatici e prepara lo stagno torbido in cui nuotano i terroristi.

Questa scuola dovrà rendere noti i suoi programmi? Accetterà le ispezioni e i controlli che regolano l’operato degli istituti privati parificati? Chi valuterà i buoni propositi e il rispetto degli impegni? I burocrati che esaminano la questione conoscono i precedenti, anche giudiziari, legati al centro di via Quaranta?
Lenin sosteneva che il capitalismo avrebbe fornito la corda con cui sarebbe stato impiccato. Non vorremmo che la stessa speranza la nutrisse qualche fanatico integralista.

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