Roma«Funziona così. Il presidente ci convoca a Palazzo Grazioli per discutere di questioni politiche. Poi magari ci invita a rimanere a cena, insieme ai suoi ospiti. Ma a mezzanotte, tutti via».
Onorevole Ravetto, tutto qui?
«Sì, e mi sarà capitato quattro-cinque volte da quando sono parlamentare, quindi dal 2006».
Eppure si parla solo delle serate del Cavaliere.
«Tanto per capirci, a casa del premier si adottano consuetudini simili a quelle del Quirinale».
In che senso?
«A una certa ora si liquidano gli ospiti».
Quindi non le risulta che faccia le ore piccole.
«Non con gli ospiti. Perché solitamente sta alla scrivania sino alle due, alle due e mezzo anche per leggere i giornali che gli vengono portati appena stampati».
Ha riconosciuto volti amici tra gli invitati?
«Certo. Molti colleghi, quindi politici, uomini e donne, ma anche amici dei giornali, del cinema e della moda».
Insomma, nulla di strano.
«E che ci dovrebbe essere di strano? E poi, queste cene con molti invitati non crediate siano così frequenti».
Come fa a esserne sicura?
«Non voglio passare per una presuntuosa, ma io sono una dei parlamentari che Berlusconi chiama più frequentemente. Di pranzi ne abbiamo fatti tanti, ma di cene con tanti invitati e con musica mi risulta che ce ne siano state soltanto una al mese, per l'esattezza l'ultimo venerdì di ogni mese».
Musica?
«Sì, professionisti della musica di altissimo livello come la prima voce dell'Opera di Cuba, come una straordinaria interprete della canzone napoletana, come una volta, la bravissima Lola Ponce che ha fatto un concerto. Le esibizioni musicali sono un punto fermo dellospitalità del presidente anche lontano da Via del Plebiscito».
Per esempio?
«A Lesmo, a Villa Gernetto. Ci saranno stati più di cento invitati, soprattutto imprenditori, con i ministri Gelmini, Bondi, Zaia. Anche lì, la musica. Un ingrediente su cui ho scherzato molte volte».
Si spieghi.
«La musica napoletana è meravigliosa, ma io sono piemontese-lombarda. Così chiedo ogni volta ad Apicella, che c'è quasi sempre, di cantare per me le canzoni di Paolo Conte. Non le dico...».
Ci dica invece.
«Mariano diventa pallido che più pallido non si può».
Musica a parte, il menù è sempre il solito?
«Quasi sempre. Perché piace a tutti. Il menu patriottico inventato dal presidente. Tutte le portate sono bianche, rosse e verdi. Si comincia con una caprese. Mozzarella, basilico e pomodoro. Si prosegue con le pennette in tre colori. Poi c'è la carne chianina servita rossa con composta di patate bianche e di spinaci verdi. I formaggi con l'Olandese, ma prodotto in Italia, per il rosso e il gorgonzola per il verde. E infine il gelato bianco, rosso e verde».
Crede davvero nel complotto anti-Berlusconi?
«Il presidente non ha mai parlato di complotto. Ha parlato di un chiaro e preciso attacco di un gruppo editoriale sostenuto dalla sinistra, mirato a sostituire il presidente del Consiglio eletto democraticamente dagli italiani con un altro non eletto.
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