Roma - Il Grande Centro rimane una chimera, c’è un Piccolo Udc che dalle proiezioni si dibatte attorno al 5,6 per cento. Ma è, a quanto sembra, il quarto partito in Italia e a questo si aggrappa Pier Ferdinando Casini per non sentirsi sconfitto. «Il risultato è, tutto sommato, soddisfacente: siamo gli unici ad aver retto la botta, in una situazione difficilissima. Abbiamo resistito ad uno tsunami», commenta il leader centrista in serata.
Dal quartier generale romano di via Due Macelli Casini fa gli auguri a Silvio Berlusconi, al Pdl e alla Lega che hanno vinto, ma aggiunge: «L’Udc non potrà votare la fiducia in Parlamento al nuovo governo. Farà un’opposizione non scellerata ma costruttiva e seria, votando i provvedimenti che riterrà giusti e contrastando gli altri». I toni di accesa polemica della campagna elettorale sono lontani. Casini si dice pronto a «collaborare», spiega che l’elettorato Udc è per il 60 per cento di centrodestra e che lui sarà coerente con gli impegni presi. Ma sottolinea: «La Lega sarà decisiva negli equilibri di governo e maggioranza».
Mentre lo spoglio delle schede procede, all’Udc, per superare lo sconforto per il mancato sfondamento al centro, si guarda alla batosta della Sinistra Arcobaleno. E si tira un sospiro di sollievo: alla Camera rimarrebbero 34 seggi dei 38 precedenti, al Senato solo 3 dei 19: 2 siciliani, 1 calabrese. «Essere fuori dal coro e riuscire a cantare è già molto - confessa Casini -. Temevo l’effetto schiacciamento, di non arrivare alla soglia del 4 per cento». E Michele Vietti: «Pd e Pdl volevano schiacciarci, con altri ci sono riusciti, noi siamo più coriacei».
Per il leader centrista il «voto utile» che ha penalizzato l’Udc c’è stato, ma non si va verso il bipartitismo. Piuttosto, verso «una sorta di sistema politico tedesco senza la legge elettorale alla tedesca, con 5 o 6 forze politiche in Parlamento, come in Germania». In questo quadro «il centro c’è e farà da guardiano del cittadino». È un Piccolo Centro, quello dell’Udc, e la forte vittoria del Pdl allontana la prospettiva di larghe intese auspicata dai centristi. Eppure, col passare delle ore Casini accentua il tono positivo, arriva a parlare di «dato clamoroso» e avverte: «Si può anche vincere senza di noi ma non si riesce a governare».
Nelle elezioni del 2006 l’Udc nella Cdl aveva il 6,8, ora che i grandi progetti si sono infranti si rallegra di resistere vicino al livello delle europee 2004: 5,9. «Siamo fieri di stare in Parlamento», si accontenta il segretario Lorenzo Cesa. Il transfuga centrista Carlo Giovanardi gongola: «L’elettorato moderato dell’Udc ha seguito noi in Pdl. Il 5,6 per cento che ha preso Casini sono voti della ex-Margherita e della Rosa Bianca, tolti a Veltroni».
In Sicilia festeggia l’ex governatore Salvatore Cuffaro. Malgrado la condanna il vicesegretario dell’Udc andrà in Senato, da capolista in una delle due regioni in cui il partito supererebbe la soglia dell’8 per cento. Casini l’ha chiamato da casa, subito dopo la prima proiezione. «Mentre mi faceva gli auguri ho sentito il vagito del bambino». Cuffaro, da parte sua, ha telefonato a Berlusconi per congratularsi. «I cannoli di ricotta hanno fatto bene all’Udc», commenta il leader Mpa Raffaele Lombardo. Sarà il successore di Cuffaro e avrà il suo sostegno.
Savino Pezzotta, presidente della Rosa per l’Italia alleata con l’Udc, si sente confortato. Chiede di cambiare la legge elettorale e conferma che non ci sarà appoggio «per chi ha fatto di tutto per eliminarci».
Il sogno, la chimera, è ancora presente. «La consapevolezza di essere l’unica forza fuori coalizione presente in Parlamento ci legittima a costruire in tutta Italia quella nuova formazione di centro che era e resta il nostro obiettivo strategico».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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