Roma - Ne hanno parlato a lungo seduti fianco a fianco durante la sfilata del 2 giugno ai Fori Imperiali, e alla fine Pier Ferdinando Casini si è trovato d’accordo con Silvio Berlusconi «sull’emergenza democratica» nata dopo la vicenda Visco-Speciale, ma ha ribadito che non intende salire al Quirinale per coinvolgere il Capo dello Stato. Il leader dell’Udc stigmatizza le decisioni del governo che ha messo da parte Visco e sostituito contemporaneamente il generale, ma non si pronunzia sul tema «dell’emergenza» e lascia al segretario nazionale il compito di definire la posizione del partito: «Faremo la nostra parte sino in fondo, sia al Senato che alla Camera per dimostrare l’inadeguatezza del governo Prodi anche in questa vicenda», afferma. E dopo aver ribadito che la rimozione del generale Speciale «è assolutamente inaccettabile perchè priva di ogni motivazione. È un atto di discriminazione che il governo dovrà spiegare dinanzi al Parlamento». Lorenzo Cesa sottolinea i distinguo con la posizione del resto della Cdl e smentisce qualunque ipotesi di coinvolgimento del Presidente della Repubblica. «Non ci associamo - dice infatti il segretario dell’Udc - a quanti pensano di salire al Quirinale per coinvolgere il Presidente. La situazione è chiara e le forze politiche hanno l’obbligo di sviluppare la loro azione in Parlamento».
Duro il commento di Rocco Buttiglione: «La rimozione del generale Speciale è stato un atto di vigliaccheria dettato da uno spirito di vendetta che dimostra la incapacità di prendere decisioni del governo» afferma il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione per il quale è un atto «del quale si vergognano, tanto è vero che gli hanno offerto un posto alla Corte dei conti».
Parla di «colpo di mano improvvido quanto debole anche sotto il profilo della legittimità» il senatore Mario Baccini che fa sapere che l’Udc chiederà agli organi preposti di esprimersi: «Le motivazioni addotte sulla fiducia venuta meno da parte del governo nei confronti di Speciale fa a pugni col principio di indipendenza della Gdf, principio difeso dallo stesso generale Speciale», spiega.
Attacca la sinistra con molta durezza anche Carlo Giovanardi. Per l’esponente dell’Udc, non sempre d’accordo con la gestione Casini, «la destituzione del generale Speciale è un insulto per tutti coloro che indossano la divisa, un avvertimento della sorte che spetterà a chi non vorrà venir meno al senso del dovere per piegarsi agli arbitri ed agli abusi di potere della sinistra», ribatte.
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