L'Agcom stoppa i politici "Basta videomessaggi: alterano il pluralismo"

L'Autorità ha deciso: d'ora in poi nei tg e nelle trasmissioni di approfondimento andranno in onda soltanto in via eccezionale e se connessi con l'attualità della cronaca

L'Agcom stoppa i politici 
"Basta videomessaggi: 
alterano il pluralismo"

I videomessaggi dei politici durante i telegiornali sono troppi e rischiano di alterare il pluralismo. A dire basta a quella che viene definita una "forma abituale di comunicazione" è l'Autorità per le garanzie nelle comunicazione. D'ora in poi, quindi, gli operatori dell’informazione radio-tv possono diffondere nei tg e nei programmi di approfondimento videomessaggi di soggetti politici e istituzionali "solo in casi eccezionali di rilevante interesse pubblico e nel rispetto di modalità tali da non incidere sul pluralismo dell’informazione". Il rischio è quello di "incidere sui canoni di parità di trattamento tra tutti i soggetti politici ed istituzionali su cui si fonda il principio del pluralismo politico in televisione". 

L’Agcom ha stabilito, quindi, delle "condizioni e modalità minime che devono essere osservate nella diffusione di videomessaggi di soggetti politici e istituzionali nei programmi di informazione al fine del rispetto dei principi vigenti in materia di informazione radiotelevisiva". Sarà la stessa Autorià a vigilare affinché vengano "rigorosamente rispettate". 

Questi requisiti per trasmettere i videomessaggi che si leggono nella nota pubblicata dall'Agcom sul suo sito:

a) I videomessaggi possono essere trasmessi nel corso dei telegiornali solo in via eccezionale e laddove strettamente connessi con l’attualità della cronaca, rispondendo a primarie esigenze informative di rilevante interesse pubblico.

b) I videomessaggi - qualora rivestano una durata particolarmente lunga, comunque superiore a tre minuti - non possono essere trasmessi nella loro integralità nel corso del telegiornale e non possono essere trasmessi in tutte le edizioni giornaliere del medesimo telegiornale.

c) I videomessaggi non possono essere riproposti nei telegiornali dopo 48 ore dal verificarsi dell’evento.

d) Di norma, la diffusione del videomessaggio nel telegiornale deve essere accompagnata da commenti di altri soggetti onde assicurare un confronto dialettico al fine della libera e consapevole formazione delle opinioni degli ascoltatori.

e) Allo stesso fine la diffusione di videomessaggi nei programmi di approfondimento informativo deve sempre avvenire nell’ambito di un confronto dialettico.

f) Nel corso della campagne elettorali non possono essere trasmessi videomessaggi al’interno

dei telegiornali e dei programmi di informazione, al fine di evitare confusione ontologica con i messaggi politici autogestiti così come disciplinati dalla legge n. 28 del 2000 e dai relativi regolamenti attuativi.

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