L'America di Andy Warhol attraverso Brillo boxes e lattine Campbell

I capolavori del padre della Pop art interpretati ed esaminati alla luce del profondo americanismo che trasmettono a chi li contempla in un volume del filosofo dell'arte Arthur Danto che dell'artista è un profondo studioso

Dire Andy Warhol e dire America è da sempre un tutt'uno. L'artista più anticonformista della storia dell'arte novecentesca è di fatto l'incarnazione di quell'America che egli ha introdotto con gusto e sapienza in ogni piega della propria produzione. Ed è forse questa constatazione la tesi di fondo e il teorema che Arthur Danto, filosofo dell'arte, americano e docente alla Columbia, ha voluto incarnare nel suo ultimo scritto «Andy Warhol» (Einaudi, pp.149, 18,50 euro) dedicato all'interpretazione dei capolavori dell'artista che ha impersonato la Pop art.
Veterano e quindi destinatario di un sussidio da parte dello Stato, Danto ha deciso di utilizzare il denaro per conseguire una laurea in studi filosofici che lo hanno poi portato ad approfondire l'arte da un punto di vista ermeneutico più che dalla sua pratica effettiva che pur sempre lo intrigava. La cultura americana ha così perso un artista e ha acquisito uno studioso di grande valore, mentre Warhol nella fattispecie si è trovato con uno specialista nell'interpretazione della sua opera in senso generale. Ne è nato così questo volume che tutto vuole essere tranne che una biografia del trasgressivo padre della Pop art, del quale, a detta dello stesso Danto, esistono numerose versioni. L'autore si dedica quindi ad analizzare ciò che la mente dell'artista di Pittsburgh, sempre vissuto a New York, ha regalato alla «sua» America e proprio per questo i suoi maggiori capolavori sono profondamente americani, ne affondano le radici e la genesi in un tessuto sociale e culturale che non ha paragoni in altri luoghi del mondo.
Il Warhol delle lattine Campbell, Il Warhol dei ritratti di Marylin Monroe, Il Warhol delle Brillo boxes, il Warhol delle lattine di Coca-Cola, tutto è profondamente americano e tutto è, per gli americani, qualcosa che non sia di immediata comprensione, interpretazione ed apprezzamento. E, partendo proprio da questa base, Danto spiega i maggiori capolavori dell'artista, i suoi rapporti con figure cruciali della vita culturale e artistica dell'epoca come Jasper Johns o Robert Rauschenberg.

Si tratta dunque di uno spaccato di America che trova in queste pagine la sua sublimazione e che non per altro vede una dedica insolita che si sposa pienamente con i contenuti e le tesi esposte. Il libro è infatti scritto in omaggio a Barack e Michelle Obama e al futuro dell'arte americana.

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