L'Aquila, indagata commissione "Grandi rischi" Bertolaso: "Perseguitano chi ha responsabilità"

Omicidio colposo: è l’accusa rivolta dalla procura dell’Aquila ai membri della Commissione Grandi rischi che il 31 marzo scorso, 6 giorni prima del terremoto che sconvolse L’Aquila, parteciparono alla riunione che si tenne nel capoluogo abruzzese. Nove gli indagati

L'Aquila, indagata commissione "Grandi rischi" Bertolaso: "Perseguitano chi ha responsabilità"

L'Aquila - Omicidio colposo: è l’accusa rivolta dalla procura dell’Aquila ai membri della commissione "Grandi rischi" che il 31 marzo scorso, sei giorni prima del terremoto che sconvolse L’Aquila, parteciparono alla riunione che si tenne nel capoluogo abruzzese. Tra gli indagati, nove persone in tutto, ci sarebbero alcuni funzionari ai vertici del dipartimento della Protezione Civile e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. "Chi si assume delle responsabilità, chi mette la faccia dentro i problemi di questo paese viene immediatamente penalizzato - ha ribadito il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso - vogliono destabilizzare e distruggere la Protezione Civile". "Facciano pure. Machi domani si assumerà la responsabilità di decisioni vitali per la popolazione?".

Le indagini della procura La procura della Repubblica dell’Aquila ha inviato agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini. Gli accertamenti sono scattati subito dopo l’esposto di diversi cittadini che hanno chiesto alla Procura di verificare il lavoro della commissione che, nella riunione del 31 marzo, analizzò la sequenza di scosse sismiche che da mesi colpiva L’Aquila. Lo stesso procuratore della Repubblica, Alfredo Rossini ha confermato la chiusura delle indagini, senza però rendere noto il numero degli indagati. Ma secondo quanto si è appreso il numero sarebbe di nove persone, tra cui funzionari della Protezione civile e dell’Ingv.

La Protezione civile: "Inaspiegabile" "Davvero non si comprende quale sia l’obiettivo della magistratura aquilana" nell’ambito dell’inchiesta che ha portato alla notifica della chiusura indagini per i membri della Commissione grandi rischi che il 31 marzo dell’anno scorso si riunirono a L’AquilLa. a Protezione Civile sottolinea che "non può infatti che auspicarsi che l’operato della magistratura inquirente non sia diretto, come invece afferma il procuratore capo, ’ad un risultato conforme a ciò che la gente si aspetta". E questo perchè così facendo "si arriverebbe all’assurdo che la giustizia non persegue l’applicazione delle norme ma gli umori e i desideri di una parte della popolazione, seppur colpita da lutti e sofferenze enormi".

Il sindaco dell'Aquila "Io in quella sera del 31 marzo ero il vaso di coccio che faceva domande, ma ricordo molto bene le parole di Enzo Boschi: ma che volete, all’Aquila prima o poi un terremoto arriva...". Così il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ricorda la riunione della Commissione grandi rischi a 6 giorni dal terremoto. "Non so nulla, ma se venissi indagato sarei proprio cornuto e mazziato...", prosegue il primo cittadino dopo la notizia della chiusura indagini sul mancato allarme. Il sindaco ricorda che la risposta data alle sue paure fu decisa "e io, dopo essermi arrabbiato per la risposta, mi preoccupai subito, anche perché in quei giorni stavo mettendo in sicurezza delle scuole che avevo chiuso per colpa delle scosse precedenti senza avere i soldi per farlo - racconta - il 2 aprile feci richiesta di 20 milioni al governo e una delibera sullo stato d’emergenza".

L'assessore alla Protezione civile Anche l’assessore regionale alla Protezione Civile Daniela Stati spiega "di non sapere nulla e di non aver ricevuto nulla. Quel giorno, come tutti i politici presenti, prendemmo solo atto di quello che ci fu detto dagli scienziati. Mi auguro davvero che la magistratura faccia serenamente il suo corso", chiude l’assessore.

Il professor Barberi "Non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento". Sono le parole pronunciate da Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi Rischi della Protezione Civile, nel corso della riunione che si svolse il 31 marzo 2009, pochi giorni prima del terremoto che il 6 aprile colpì L’Aquila.

Lo riferisce lo stesso verbale di quell’incontro, una riunione con le massime autorità scientifiche nel settore sismico che "si è resa necessaria - spiegò il vice capo della Protezione Civile Bernardo De Bernardinis, aprendo i lavori - per esaminare la fenomenologia sismica in atto da alcuni mesi nel territorio della Provincia Aquilana". Un verbale che è tornato di estrema attualità.

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