"Il lato positivo" è un feel-good movie che vuole riconciliare lo spettatore con la vita nonostante le ostilità che questa presenta. Dosando con giusto equilibrio emozioni delicate, risate e melodramma, questo film seduce piano piano e conquista nel finale. Si tratta sicuramente di una pellicola superiore alla media; ciò non toglie che si stenti a credere abbia ricevuto ben otto candidature all'Oscar.
Sono molteplici i motivi per cui l'adattamento cinematografico del romanzo "L'orlo argenteo delle nuvole" di Matthew Quick ha raggiunto, col passaparola del pubblico, la ribalta internazionale; ma forse su tutti spicca l'alchimia tra gli splendidi interpreti. Del resto la storia narrata, pur avendo un suo fascino, si sviluppa in maniera prevedibile; a catturare lo spettatore è quindi la generosità delle performance degli attori coinvolti.
L’insegnante Pat Solatano (Bradley Cooper), dopo aver quasi ucciso l'uomo scoperto sotto la doccia con la moglie Nikki (Brea Bee), ha trascorso otto mesi in un istituto psichiatrico. Una volta dimesso è costretto a tornare a vivere con gli anziani genitori, Dolores (Jacki Weaver) e Pat Senior (Robert De Niro). Pat si illude di recuperare il proprio matrimonio e si impegna a dimostrare di essere guarito: va a correre, si reca a controlli medici settimanali e si sforza di rispettare l'ordine restrittivo che lo tiene lontano dalla coniuge. Una sera a cena di amici gli viene presentata Tiffany (Jennifer Lawrence), una giovane vedova con un passato di dipendenza da sesso e psicofarmaci. Pat e la ragazza trovano nei rispettivi disturbi comportamentali l'affinità necessaria alla nascita di un rapporto speciale che li porterà a rivoluzionare le loro vite.
I due protagonisti sono meravigliosi sia pur in maniera non convenzionale: imperfetti, disperati, sottilmente romantici e molto divertenti, indossano tutto il tempo un dolore che accende in loro qualcosa di vitale e luminoso. Sono due persone emotivamente disfunzionali, verbalmente incontinenti, sempre in bilico tra entusiasmo e depressione, tra risa e rabbia ma che non rinunciano mai a guardare avanti e riescono perfino, nel delirio delle loro esistenze, a prendere decisioni giuste. Bradley Cooper nei panni di Pat è sorprendente; mette in scena in maniera intensa l'ossessivo ottimismo e la fanatica energia del suo personaggio, così come le fragilità e gli scatti violenti, rendendo credibili sia la fase up sia quella down del disturbo bipolare di personalità. Certo, dotare dei conclamati e seri disturbi mentali di un'allure ora divertente ora appassionata è un azzardo che può generare intolleranza in chi conosce la realtà drammatica e complessa di certe malattie; ma va riconosciuto al regista di non cadere mai nella stravaganza e di conservare sempre la giusta pietas.
Non sorprende che Jennifer Lawrence abbia vinto l'Oscar per la migliore attrice protagonista con il ruolo di Tiffany: ha un carisma non comune e pare impossibile restare indifferenti ad una bellezza espressiva così dolente, passionale e incantevole.
Quanto a De Niro, torna finalmente alla recitazione vera regalando un'interpretazione degna di lui: è il padre del protagonista, un allibratore ossessionato dalla squadra dei Philadelphia Eagles e preda di disturbi ossessivo compulsivi.Il film è pieno di persone che piangono, ridono, urlano e sembrano parlare in uno stato alterato di coscienza, eppure resta un carosello dolce in cui spaesamento e consapevolezza sanno darsi il cambio a tempo debito.
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