Roma - È il termometro della ripresa, uno degli indicatori più sensibili per capire se e come le aziende stanno reagendo alla crisi. E il dato di gennaio sulle ore di cassa integrazione richieste, fa ben sperare per il 2011. Nel mese scorso l’Inps ha registrato 60,3 milioni di ore di Cig, il 30,3% in meno rispetto al mese precedente, quando erano state richieste 86,5 milioni di ore. Rispetto al gennaio 2010, quando vennero autorizzate 80,9 milioni di ore, il calo è stato del 25,5%. Si tratta del dato migliore dal marzo del 2009. A detta dello stesso istituto di previdenza un dato «di forte evidenza che conferma clamorosamente una tendenza alla diminuzione » del principale ammortizzatore sociale.
Segnale positivo soprattutto perché da circa un trimestre stanno calando tutte le tipologie di cassa integrazione e in gennaio si è consolidata questa tendenza. Quella ordinaria, con una diminuzione rispetto al mese scorso del 14,6%, la straordinaria, addirittura con un meno 44,9%, e anche la cassa in deroga che ha registrato un meno 16,8%. Significativo anche il fatto che l’aumento di ore lavorate riguardi l’industria e l’artigianato (-31,6% di ore in cassa integrazione rispetto a dicembre 2010) e il commercio (-36%). Rimangono zone di ombra, ad esempio nel settore delle costruzioni, con la cassa nell’edilizia che ha sfiorato i 5,68 milioni di ore (+41%).
Comunque abbastanza per fare dire al governo che, per i lavoratori impiegati nei settori più esposti alla crisi, la traversata del deserto è finita. E che la scommessa di puntare proprio sul mantenimento del posto di lavoro è stata vinta. C’è una «ripresa della produzione », ha spiegato il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, «anche se selettiva». Gli ammortizzatori sociali hanno «consentito di mantenere molte persone collegate all’impresa e all’impresa stessa di mantenere inalterata la sua potenzialità produttiva con l’effetto di una tempestiva ripartenza quando si creano le condizioni di mercato», ha rivendicato il ministro, che ha anche sottolineato come sia stato smentito chi aveva lanciato l’allarme sulle risorse destinate agli ammortizzatori. Erano «tarate sulle ipotesi peggiori» e adesso «risultano ancor più sufficienti a garantire la protezione del reddito» nel 2011.
Il dato Inps è stato commentato a caldo dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso, che ha riconosciuto come ci sia «un pezzo di economia che riprende», ma ha sottolineato anche come il vero problema sia la disoccupazione e la piccola impresa. Anche la Cisl, con il segretario generale aggiunto Giorgio Santini, sottolinea la novità di un calo generalizzato di tutte le tipologie di Cig, ma mette in guardia sul significato del dato che riguarda la cassa integrazione straordinaria, sul quale «incide probabilmente il raggiungimento, da parte di molte aziende, dei limiti di utilizzo». Per il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy, «i dati delle ore autorizzate di cassa integrazione di gennaio sembrano indicare una ripresa del sistema produttivo ».
Ma è ancora necessario sostenere gli ammortizzatori. «Anche per questo sono importanti e da apprezzare gli intendimenti del ministro Sacconi relativi alle garanzie per i molti lavoratori in cassa integrazione o in mobilità ». Un invito a non abbassare la guardia arriva anche dalle piccole imprese.
«È vero, è diminuito il numero delle richieste di cassa integrazione, tuttavia registriamo anche un calo dell’occupazione delle Pmi». Nei primi tre mesi del 2011, è l’allarme del presidente della Confapi Paolo Galassi, una piccola azienda su cinque licenzierà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.