Con l'edilizia «bio» sale la qualità del vivere

Attenta gestione delle risorse del Pianeta. E gli immobli aumentano di valore

Michelangelo Dell'Abate

Case e uffici seguono non solo sempre più spesso linee sinuose e avveniristiche - di pochi giorni fa la presentazione del progetto dell'edifcio che completerà il quartiere City Life a Milano - ma sono pensati per rispettare la natura, limitare gli sprechi e migliorare la qualità di vita di chi abiterà o lavorerà in questi ambienti.

Si tratta di valori che stanno alla base di discipline relativamente giovani come la bioedilizia e la bioarchitettura. Una filosofia del costruire moderna che vede nell'approccio integrato, nella ricerca e nell'impiego di materiali rispettosi dell'ambiente e nell'efficienza energetica i propri capisaldi. Affinchè un edificio sia eco-compatibile dalla posa della prima pietra alla sua eventuale demolizione e agevoli il benessere dei suoi utilizzatori, rispettando precisi paletti dal punto di vista dell'impatto visivo, acustico, del risparmio termico e idrico. Certo costruire uno stabile «bio» non è economico anzi comporta, spesso, una spesa iniziale maggiore, ma le case «verdi» o ristrutturate con questi criteri accrescono il proprio valore più rapidamente e hanno di norma costi di mantenimento inferiori, proprio perché più efficienti per esempio su fattori come il riscaldamento o il consumo elettrico.

Tra i prodotti bio per antonomasia c'è il legno. E proprio le costruzioni in legno sono un mercato resiliente alla crisi edile, sottolinea il terzo «Rapporto Case ed Edifici in Legno» di FederlegnoArredo. Le costruzioni in legno rappresentano il 7% delle nuove abitazioni costruite dal settore edile nel 2017 con un numero di edifici stimati realizzati sul territorio nazionale pari a 3.224, di cui il 90% destinato al residenziale, per una stima di valore complessivo del costruito pari a circa 700 milioni di euro. Le imprese che operano nella realizzazione di edifici in legno sono spesso diversificate anche in altri segmenti del mercato di questo materiale (come grandi costruzioni, ponti o coperture) e complessivamente generano un mercato che si stima in 1,3 miliardi di euro. I numeri evidenziano comunque un trend in decisa controtendenza rispetto al settore dell'edilizia nel suo complesso, a conferma dell'interesse crescente di committenti privati e pubblici per questa tipologia di costruzioni. Questo tipo di costruzioni è sempre più attraente per il grande pubblico in quanto garantiscono: consumi energetici ridotti, rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, sicurezza antisismica e, ultimo ma non mano importante, costi di costruzione vantaggiosi.

Dal punto di vista della distribuzione territoriale, la maggior concentrazione di imprese (il 24%) è nel Trentino Alto-Adige, seguito dalla Lombardia (22%)

e dal Veneto (15%). In relazione alla distribuzione territoriale delle abitazioni in bioedilizia è in testa la Lombardia (con il 23% delle case), seguita da Veneto (19%), Trentino-Alto Adige (12%) ed Emilia-Romagna (11%).

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