Conto alla rovescia nella Lega in vista del congresso lombardo. L'appuntamento per scegliere il nuovo segretario regionale, dopo il periodo di commissariamento affidato al deputato Fabrizio Cecchetti, è all'Hotel Sheraton di Milano dove domenica saranno eletti anche i componenti del Consiglio direttivo regionale e i delegati che voteranno al prossimo Congresso federale nazionale del 2025.
Ufficiosamente in campo ci sono ancora due candidature, quella del capogruppo dei senatori del Carroccio Massimiliano Romeo e quella del deputato e coordinatore dei Giovani Luca Toccalini, anche se l'auspicio del leader leghista Matteo Salvini, che sta lavorando sottotraccia in questi giorni ascoltando militanti e dirigenti locali, è arrivare ad avere «una squadra compatta», possibilmente con un nome unico. Una candidatura condivisa che potrebbe essere quella di Romeo, in testa al momento nel gradimento dei delegati. Fino a qualche giorno fa sul tavolo c'era anche il profilo del bergamasco Cristian Invernizzi, ex parlamentare storico della Lega, uscito di scena non senza qualche polemica, lamentando scarsa organizzazione per un congresso da lui definito «farsa». La sua sembrava comunque una candidatura simbolica, per «parlare di tutto ciò che non va nella Lega». E alle sue critiche aveva risposto prontamente Cecchetti, parlando di un congresso organizzato «in meno di venti giorni» rispettando «tempi e procedure previste dal regolamento e dallo Statuto».
Ad ogni modo, assicurano i leghisti, non sarà un dramma se si andrà al confronto tra Romeo e Toccalini. In ogni caso «non ci saranno spargimenti di sangue», ma sarà semplicemente un'occasione «di confronto e rinnovamento». Anche se l'elezione dei delegati, la cui maggioranza è comunque orientata a votare per Romeo, ha messo in mostra una Lega divisa su due fronti. Il senatore ha fatto il pieno nelle province pesanti di Bergamo e di Brescia, con oltre 180 delegati su 373 «che mi hanno mandato una mail di sostegno», mentre Toccalini conta sull'appoggio di Milano e della provincia. L'accordo ancora non c'è, anche se proseguono le interlocuzioni. Se, alla fine, l'unico candidato sarà Romeo, per Toccalini potrebbe esserci comunque un ruolo di peso nel partito, a partire dalla vicesegretaria lombarda, con uomini a lui vicini che potrebbero trovare spazio nel direttivo. E così potrebbe nascere «una squadra compatta», come ha più volte chiesto Salvini.
Certo, al momento, è che Romeo non intende fare passi indietro, come invece aveva fatto nel 2012 quando si ritirò dalla partita che incoronò proprio Salvini segretario regionale, sostenuto dall'ala vicina a Roberto Maroni per succedere all'oggi ministro Giancarlo Giorgetti. Anche perché Romeo ha il merito, che gli viene riconosciuto dai militanti, di aver girato la Lombardia da oltre un anno per preparare la sua elezione. Nei giorni scorsi si era parlato anche della possibilità che spuntasse fuori un terzo nome in grado di mettere tutti d'accordo, ma un'operazione del genere avrebbe sicuramente richiesto tempi lunghi. Sia Romeo che Toccalini avrebbero i requisiti per guidare la Lega in terra lombarda, con il primo che può contare su un'esperienza maggiore, sia sul territorio che nelle istituzioni. E che potrebbe anche proporsi tra tre anni come candidato governatore della Regione, ammesso che la presidenza resti al Carroccio. A benedire la candidatura di Romeo è stato anche il presidente Attilio Fontana, convinto che sarebbe un ottimo segretario.
«Sono due profili eccellenti - ha spiegato -, due leghisti veri e di livello. Va bene che ci sia il candidato unico, come va bene che ce ne siano due. Anche se un candidato condiviso sarebbe sicuramente meglio, si evita di dover fare la votazione che sarà per acclamazione».
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