Un ultimo volo per lo shuttle Endeavour a caccia di antimateria. La navicella parte con un prezioso carico: il rivelatore di particelle AMS(Alpha Magnetic Spectrometer), che sarà collocato dagli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale. Il cacciatore di antimateria lascia il Kennedy Space Center di Cape Canaveral per iniziare la sua missione scientifica, ovvero il primo esperimento di Big Science a operare sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), dove sarà collocato dagli astronauti tra pochi giorni. L'AMS è stato realizzato con il fondamentale contributo del mondo della ricerca italiano: l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
Obbiettivo della missione confermare l'esistenza dell'altra materia, scovare le tracce delle particelle più misteriose. Da tempo gli scienziati di tutto il mondo cercano di identificare queste particelle, previste dalla teoria ma non ancora rivelate,con esperimenti sia in orbita sia nei luoghi più estremi del nostro pianeta. Si tratta della cosiddetta antimateria primordiale o materia oscura, materia strana. La sua scoperta aprirebbe le porte a nuovi scenari della conoscenza come l'esistenza di antistelle e antigalassie. Il disvelamento della materia oscura potrebbe rivelare l'esistenza di un altro universo. Un mondo di una materia ultradensa composta di quark strange, anziché di quark up e down come quelli che compongono la materia ordinaria.
«AMS rappresenta una felicissima integrazione tra l'alta tecnologia della Stazione Spaziale Internazionale e la ricerca in fisica di base - commenta il Presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Roberto Petronzio - Nella realizzazione di questo grande progetto scientifico l'Italia ha avuto un ruolo fondamentale, basti considerare che è uno dei principali contributori. Dal punto di vista scientifico, AMS indagherà in particolare una delle principali questioni ancora irrisolte della fisica: l'asimmetria tra materia e antimateria, e lo farà con possibilità superiori a quelle di tutti gli altri esperimenti oggi operativi».
AMS è un progetto nato 16 anni fa, frutto di un'ampia collaborazione internazionale in cui sono coinvolti ben 60 Istituti di 16 Paesi, per un totale di 600 ricercatori. È coordinato da un Premio Nobel, Samuel Ting, e il suo vice responsabile è un italiano, Roberto Battiston, docente delliUniversità di Perugia e Presidente INFN della Commissione Nazionale per la Fisica Astroparticellare. «Abbiamo grandi aspettative relativamente ai dati che raccoglierà AMS - spiega Battiston - Siamo in un periodo straordinario per la ricerca nel campo della fisica delle astroparticelle, sappiamo di non conoscere la composizione del 95 per cento dell'Universo e ci auguriamo che AMS possa in parte rispondere a questa fondamentale domanda».
Una volta collocato a bordo della ISS, AMS continuerà a operare per almeno 10 anni, raccogliendo dati e inviando a terra un'enorme quantità di informazioni veicolate da 300 mila canali di elettronica, pari a tutti quelli della Stazione Spaziale.
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