Il nuovo numero del mensile CulturaIdentità, diretto da Edoardo Sylos Labini, è stato presentato mercoledì 5 aprile presso la sala Caduti di Nassirya del Senato. In uscita in edicola venerdì 7 aprile, questo numero è dedicato interamente alle vittime di violenza. Un titolo simbolico per un numero speciale, che vuole richiamare il periodo pasquale: "La via crucis delle vittime". Un titolo forte che ben esprime lo spirito del nuovo numero, che racconta 14 storie di violenza e di altrettante vittime, come quelle delle fermate della via Crucis. Il numero è stato realizzato in collaborazione con Unavi, l'Unione Nazionale Vittime, presieduta da Paola Radaelli.
Dalla violenza sulle donne al cyberbullismo, dalle stragi al Tribunale di Milano a quella del Ponte Morandi, fino a famosi casi di legittima difesa, durante la conferenza sono stati affrontati i principali temi che, come un lungo filo, legano le storie raccolte nel mensile diretto da Sylos Labini. Durante la conferenza, tra gli altri, sono intervenuti il sottosegretario del ministero dell’Istruzione e del Merito, Paola Frassinetti, il sottosegretario del ministero della Giustizia, Andrea Delmastro, le senatrici Carmela Bucalo e Tilde Minasi.
"Oggi Edoardo Sylos Labini commette un peccato di blasfemia contro il conformismo culturale", esordisce Andrea Delmastro, definendo il direttore del mensile un "eretico" per le sue posizioni controcorrente. Il sottosegretario ha incentrato il suo intervento principalmente sui nodi legati all'istituto della legittima difesa: "Esiste la presunzione di non colpevolezza per chiunque in Italia ma esiste la presunzione di colpevolezza per chi si difende in casa sua da una aggressione". In ragione di questo, Andrea Delmastro ha sottolineato la necessità, "unitamente a Unavi, di intervenire per contrastare, non solo culturalmente ma anche a livello di normativa, questa deriva. Immaginando una modifica della legittima difesa. Il mio bene vita ho il diritto di difenderlo se aggredito all'interno dell'inviolabilità del mio domicilio. Dobbiamo ripristinare i valori normali".
Il sottosegretario ha messo in evidenza come l'Italia sia quel Paese delle contraddizioni, "in cui le vittime hanno scarse tutele, se si difendono vige su di loro la presunzione di colpevolezza. Appena i detenuti diventano condannati gli si aprono le porte del paradiso senza rivisitazione critica di quello che hanno combinato prima". Ma, ha proseguito il sottosegretario alla Giustizia, "se esiste un garante del detenuto è inverecondo che non esista un garante nazionale delle vittime. Significa guardare in faccia chi ha avuto la vita rovinata per sempre". E rivolgendosi ai parenti delle vittime presenti durante la conferenza, ha aggiunto: "Ci impegneremo per modifiche legislative intelligenti che tengano, da condividere per tentare, nell'ambito di questa legislatura, di dare vita a una normativa sulla legittima difesa che parte dal principio che voi non siate più soli". E ha aggiunto: "Lo Stato sta al fianco di Caino un minuto, un giorno, un mese, un anno dopo che è stato al fianco di Abele".
Particolarmente sentito anche l'intervento del sottosegretario Frassinetti, che ha sottolineato l'importanza della scuola, che "può svolgere una funzione di prevenzione importante all'interno dell'educazione civica, che ha bisogno di essere estesa all'interno dei programmi scolastici".
L'esponente del governo ha sottolineato le storture della nostra società, ricordando l'intervento di Monica Romano, esponente del Pd a Palazzo Marino, in favore delle borseggiatrici: "A Milano un consigliere comunale ha difeso le rom che scippano, facendone quasi un'icona. Ed è evidente che se esistono correnti di pensiero che credono di premiare e dare risalto a chi scippa e chi ruba, abbiamo ancora tanto da fare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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