È vero. Tra i giurati dello Strega c'è chi vota i libri senza leggerli. E chi invece di leggerli li scrive. E infatti arriva nelle librerie il nuovo romanzo di Dario Franceschini, il ministro della Cultura più longevo della Repubblica, sette anni in quattro governi: Renzi, Gentiloni, Conte e Draghi, a dimostrazione che con la cultura si mangia, e a volte ci si abbuffa. Eccolo qui: Aqua e tera, titolo ferrarese per una storia ferrarese pubblicato da un'editrice ferrarese (l'amichettismo non solo è di sinistra ma soprattutto è letterario) che racconta, ecco il punto, l'amore tra due ragazze nella Ferrara dello squadrismo fascista. Wow!
Immaginiamo che fossero migliaia le relazioni fra donne omosessuali a Fratta Polesine negli anni Trenta. Pullulavano. Vuoi non scriverci un romanzo?
Ecco, forse però avremmo osato qualche luogo comune narrativo in più. Oltre all'antifascismo come nucleo principale della trama avremmo aggiunto un personaggio minore vittima di ingiustizie razziali, almeno un gerarca sessista, una tirata anticoloniale (ma che cosa c'entra? Niente, così...) e un affondo sull'Eiar antesignano di TeleMeloni.
Però, va detto, è molto bella la fascetta per lanciare il libro: «Una storia di lotta, di antifascismo, di amore e di diversità che fotografa il presente partendo da lontano».
Una di quelle frasi che significano tutto, e soprattutto niente. Vorremmo fosse già domani mattina per correre in una libreria a comprarlo.E per il resto, ecco un altro caso in cui con l'antifascismo non si va più al confino. Ma in classifica.
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