"Afflitta, invasa, colpevolizzata, divisa e a tratti subalterna, l’Europa è considerata “il malato del mondo”: una vecchia Civiltà in declino, che molti vorrebbero cancellare dalla storia. Eppure, nonostante tutto, il nostro continente resta un riferimento imprescindibile e continua ad avere potenzialità sterminate". Questa premessa come prefazione sarebbe sufficiente, per chiunque condivida questi pilastri ideali e non ideologici, a voler approfondire i temi affrontati nel pamphlet pubblicato da Passaggio al Bosco titolato "Eurotecnica" (150 pagine, 8,50 euro) e inserito nella collana dal nome evocativo: Bastian Contrari.
Nel libello, il centro studi Kulturaeuropa ha inserito il punti cardine che hanno animato l'omonimo convegno trascrivendo gli "atti" che tracciano le linee guida per incidere nel futuro rispetto al vulnus politico che riguarda l’Unione Europea, i suoi orizzonti culturali e i suoi rapporti politici, economici e tecnici nel futuro. Dal rapporto con l’Intelligenza Artificiale alla "sfida della tecnica; dalla transizione energetica al sistema bancario e monetario, passando per la biopolitica, per l’universo digitale e per le scelte industriali".
Sono queste le sfide che nei decenni a venire faranno la differenza - nella vittoria o nella sconfitta ideale - per l'Europa come sogno e prospettiva. Perché l'Europa del futuro può anche farsi "ancestrale e cavalleresca", rispondendo in modo acuto e moderno "alla ragione calcolatrice, della volontà di potenza delle scienze e della tecnica, della religione del Progresso" descritta da Dominique Venner, padrone di un intelletto caro a Passaggio al Bosco non meno di quello di Ernest Jünger, senza farsi schiava e succube di nuovi diktat.
L'Europa come Zetrum di ragionamento
Negli anni a venire, che saranno "decisivi in ogni ambito", sancisce Eurotecnica, "l’Europa ha il dovere di svincolarsi dalle dipendenze in atto, recuperare una centralità e acquisire un nuovo spazio d’azione. Rigenerarsi o perire: è questo il nodo che abbiamo il dovere di sciogliere, coniugando accelerazione e fedeltà alle origini, capacità di movimento e centralità identitaria, quiete spirituale e volontà di potenza". A tutto questo andrebbe opposto ciò che Guillaume Faye chiamava evocativamente “Archeofuturismo”, spiega Carlomanno Adinolfi in uno dei passaggi focali. Ciò che poi è sintetizzato proprio nello stesso titolo del convegno: "Euro Tecnica: Futuro e Identità."
Gli interventi contenuti nel testo, che contano tra gli autori docenti universitari, analisti indipendenti, giornalisti e scrittori, appartengono ad Ada Fichera, Adriano Scianca, Carlomanno Adinolfi, Daniel Casarin, Francesco Guarente, Francesco Ingravalle, Gian Piero Joime, Marco Massarini, Sergio Filacchioni; e hanno il "merito di rompere la stasi passiva che affligge" una certa visione della cultura e del futuro cui spesso assistiamo, senza trasporto e senza quella sana trepidazione che invece hanno sempre permeato ogni aspirazione della civiltà occidentale. Che non può prescindere dalla civiltà europea e dalla sua incomparabile storia. E non dovrebbe rassegnarsi.
Anzi, si suggerisce di guardare proprio all’Europa come Zentrum attorno al quale svolgere "un ragionamento non solo mitico e simbolico, ma anche capace di cogliere le dinamiche reali e le prospettive", e "partendo da quel poco o tanto che già esiste, in un’ottica di “rettificazione” e non di sterile e aprioristica contrapposizione", conclude nella sua postfazione Giancarlo Ferrara.
Kulturaeuropa e i pamphlet di "scissione"
Per capire di cosa stiamo parlando, bisogna dunque presentare Kulturaeuropa: centro studi e laboratorio culturale che guarda al "risveglio degli europei", promuovendo come obiettivo di un progetto su più piani lo sviluppo e la diffusione di un'idea di Europa Nazione nel Terzo Millennio in "continuità con la storia".
Ragionando sul cambiamento dei limiti spaziali della nostra epoca che richiedono, secondo i promotori del progetto, "un’Europa forte, autonoma ed indipendente dagli imperialismi economico-culturali" che ambirebbero a contrastarla senza pensare all'Apocalisse pur essendo "apocalittici". "Ricordiamoci che gli apocalittici non fanno mai le rivoluzioni, gli apocalittici puntellano il presente", afferma Adriano Scianca in uno dei passi di Eurotecnica. La rivitalizzazione e la proiezione in avanti della Civiltà Europea diventa dunque l'antidoto ad un futuro incerto e il punto cardine della collana Bastian Contrari curata da Passaggio al Bosco.
Secondo i promotori del progetto che vede la collaborazione del laboratorio culturale e della casa editrice, la via del saggio e del pamphlet in tutte le loro declinazioni.
Una conditio sine qua non che si fonda sullo "spirito di scissione rispetto ai mantra di questo tempo"quali "prospettive inattuali e di rottura, necessarie a placare la sete di verità degli animi liberi e
controcorrente" si conferma in Eurotecnica. Una visione del futuro che rispetta le sue premesse nel suo salto ancestrale verso e contro l'avvenire da copione che possono proporre determinati manuali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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