Un punto di osservazione eccellente sullo stato di salute dell'informazione in Italia per valutarne il grado di pluralità, obiettività, completezza è il Festival della Comunicazione di Camogli, ridente borgo della Côte rouge («ridente» perché se hai una casa lì, sei sempre molto contento). Ieri si è chiusa la decima edizione. Un festival così pluralista e inclusivo che l'ospite meno di sinistra è Massimo Cacciari. Anni fa, in un evento defilato, sul tardi, invitarono anche mirabile dictu un giornalista che non era dell'asse Repubblica-Stampa-Rai3-La7. E l'Anpi intervenne con un duro comunicato di protesta.
Comunque, in tale clima di serena imparzialità, spiccava, nella rassegna stampa mattutina, la scrittrice Stefania Auci, leonessa di Sicilia, la quale, ebbra di troppo successo, scivolava con fare spacchiusu - nella palude del conformismo più peloso. Canaglieggiando con tutte le testate di destra, che toccava coi ditini a tenaglia. Scagliandosi contro il ministro Crosetto, reo di aver incontrato il generale Vannacci, paragonato a Telesio Interlandi, con scontata citazione (La difesa della razza).
E spiritoseggiando su quel bar in Veneto dove fanno gli scontrini col volto del Ducione, con scontata battuta («Miracolo! Fanno gli scontrini»).Insomma, ecco la nuova scrittrice engagée che, dall'alto delle vendite dei libri, si candida al ruolo che fu di Michela Murgia. Dimenticando che nelle classifiche, Murgia è comunque dopo Vannacci.
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