Milano -L'autorità sanitaria milanese passa al contrattacco dopo la denuncia di 7 casi di leucemia infantile in una scuola di Milano. sotto esamei possibili contagi dei bambini con sostanze nocive e gli stili di vita delle famiglie.
Sette in un mese La Asl di Milano è già al lavoro per scoprire se c'è un legame tra i casi di leucemia linfoblastica acuta che si sono verificati nei bambini della scuola milanese di via Corridoni e i diversi fattori di rischio che, secondo la letteratura scientifica, potrebbero causare la malattia. Il direttore generale dell’Asl milanese, Walter Locatelli, ha istituito un gruppo di esperti di leucemia e problematiche ambientali che, insieme a docenti e genitori, Regione e Comune, stanno verificando tutti gli indizi per capire il motivo di una concentrazione così anomala di casi di leucemia infantile: sette in un mese, quando in genere si verificano 8-12 casi l’anno.
Le possibili cause Tra i fattori di rischio esaminati ci sono ad esempio i raggi X, i campi elettromagnetici a bassissima frequenza (prodotti dai comuni elettrodomestici) e le radiofrequenze (come quelle di telefonini e ripetitori radio e Tv). Tra i fattori di rischio chimici ci sono tutti gli idrocarburi con cui il bambino potrebbe esser venuto a contatto, come il benzene, eventuali pesticidi o farmaci assunti dalla madre in gravidanza. In valutazione anche gli stili di vita condotti dai genitori come la dieta seguita in gravidanza, l’eventuale presenza di fumo e le condizioni igieniche degli ambienti in cui il bambino vive.
I controlli Il report definitivo potrebbe essere pronto nelle prime due settimane di aprile, anche se "i valori misurati finora non
si discostano da una situazione di normalità - concludono gli esperti - soprattutto per quanto riguarda l’esposizione alle radiazioni o a composti chimici. Le evidenze, quindi, per ora sono proprio quelle che ci aspettavamo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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