Caro direttore, sui miei canali social ho deciso, fedele alle mie idee, di schierarmi dalla parte del popolo italiano, di cui faccio fieramente parte. Ho un blog sul sito del Giornale chiamato «Avanti senza paura» perché in un momento come questo fatto di crisi, umiliazioni, privazioni e sputi sul tricolore bisogna scendere in campo. Per questo le mie parole sono state censurate. In un post su Facebook, in allegato con una foto dell'Italia che riportava la dicitura «Primo Stato al mondo ad essere razzista con i propri cittadini», ho ripreso le sue parole, in merito alla questione dell'assenza degli alti vertici nazionali ai funerali delle vittime di Dacca, affermando che la vera discriminazione è perpetrata nei confronti degli italiani. E allora segnalazione su segnalazione, fatte probabilmente da islamisti capaci solo di mettere al bando che li contesta (mentre dalla parte opposta si cliccava «mi piace», commentando a supporto delle mie teorie), sono stato bloccato. Bloccato per 30 giorni da Facebook. Perché Mark Zuckerberg e i suoi adepti ostracizzano la mia voce? Il tanto sbandierato articolo 21 della Costituzione, quello che recita «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione», che fine ha fatto? Cercano di mettermi un bavaglio perché fotografo la realtà, mentre loro un mondo di favole. Ognuno di noi deve avere il coraggio di dire ciò che pensa, sempre nel rispetto altrui, ma senza farsi intimidire dalla repressione. Repressione che si presenta bollando con il termine «razzista» chi non la pensa come la casta a capo di questo Paese. Tagliare i ponti, nascondere i concetti, cercare di privare di potenza i messaggi non servirà a nulla, certi richiami non passeranno inascoltati.
Andrea Pasini
Caro Andrea, c'è poco da aggiungere, se non l'invito a te e a tutti di non mollare. Nessuna censura ci farà mai cambiare idea.
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