Libia, assedio al bunker del raìs Ma Gheddafi torna a parlare in tv

I ribelli all'assalto di Tripoli, ma il regime: difenderemo la capitale. Raid Nato sul compound di Gheddafi. Bloccata la nave per evacuare gli stranieri. Il Colonnello riappare alla tv di stato: "Non mi arrendo".  Video: L'assalto degli insorti - Una presentatrice tv minaccia i ribelli con la pistola

Libia, assedio al bunker del raìs 
Ma Gheddafi torna a parlare in tv

Tripoli - È in corso un’operazione a Tripoli, ribattezzata "operazione sirena", per isolare il colonnello Muammar Gheddafi nella capitale fino a ottenere la sua capitolazione o la sua partenza. Lo ha dichiarato Ahmed Jibril, portavoce degli insorti. Iniziata ieri sera nella capitale libica, "l’operazione sirena si svolge in coordinamento tra il Cnt (Consiglio nazionale di transizione) e i combattenti ribelli e intorno a Tripoli", ha affermato Ahmed Jibril, portavoce del Cnt, organo politico dell’opposizione con sede a Bengasi. "Anche la Nato è implicata nell’operazione. Era previsto che cominciasse ieri sera e noi riteniamo che dovrebbe durare ancora molti giorni affinché Gheddafi sia assediato", ha spiegato. "Prevediamo due scenari: che si arrenda o che fugga dalla città" per trovare rifugio all’estero o in un’altra città del Paese. Secondo fonti mediche libiche, riferite da Foad Aodi, presidente della Comunità del mondo arabo in Italia, "numerosi quartieri di Tripoli sono stati liberati ma purtroppo l’ultima battaglia sta costando numerose vittime. È stato liberato il quartiere di Tajura ed il mercato del venerdì dove sono stati uccisi 145 libici e sono stati arrestati 32 uomini di Gheddafi. Inoltre, i ribelli hanno liberato 500 prigionieri dalla prigione di al Hamideia". inoltre è salito a 100 il numero dei soldati fedeli a Gheddafi fatti prigionieri dai ribelli libici impegnati in combattimento nella capitale Tripoli. Tra questi, secondo quanto riferisce la televisione satellitare Al Jazira, c’è anche un generale dell’aviazione.

Gheddafi torna in tv Il leader libico torna intanto a farsi sentire, smentando le voci che lo vogliono ai confini con l'Algeria. Dopo il messaggio trasmesso la scorsa notte, un nuovo audio viene trasmesso dalla tv di Stato. Nel messaggio il raìs annuncia che non si arrenderà e che non lascerà Tripoli. "Sono qui con voi, difenderò la città fino all’ultima goccia di sangue", ha detto il colonnello, citato da al Jazeera. 

Gli insorti a Tripoli via mare Ribelli provenienti da Misurata, 200 chilometri a est di Tripoli, sono giunti oggi via mare a Tripoli per unirsi ai combattimenti per la conquista della città. È quanto ha dichiarato alla France presse un portavoce degli insorti. "Elementi avanzati dei ribelli di Misurata hanno raggiunto Tripoli questa mattina via mare", ha detto Abdoullah Melitan, del Centro media del consiglio militare di Misurata. 

Paura per uso armi chimiche In città si è diffusa anche "la paura che le milizie di Gheddafi possano utilizzare utilizzo sostanze e armi chimiche". I lealisti non si arrendono e son pronti a difendere Gheddafi. "Tripoli è ben protetta, abbiamo migliaia di buoni soldati pronti a difenderla da questi ribelli sostenuti e armati dalla Nato", ha detto in una conferenza stampa il portavoce del governo libico Moussa Ibrahim. 

Bloccata evacuazione stranieri La nave maltese che doveva sgomberare cittadini di varie nazionalità da Tripoli verso Malta non è entrata in porto a causa dei colpi di cui è stata fatta oggetto. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri polacco. "La nave maltese MV Triva 1 che doveva sgomberare i cittadini stranieri dalla Libia non è stata in grado di entrare nel porto di Tripoli questa mattina. Ha subito degli spari ed è tornata indietro", ha dichiarato Paulina Kapuscinska. "Proseguono le discussioni con i ribelli per permettere alla nave di entrare in porto e sgomberare gli stranieri senza rischi".

Notte di scontri Intanto quella passata è stata una notte di esplosioni e spari a Tripoli, stretta d’assedio dai ribelli anti-Gheddafi. Quella che viene considerata l’offensiva finale degli insorti è cominciata ieri sera nella zona di Tajoura, sobborgo orientale della capitale libica, e in altri quartieri, mentre la folla - secondo le testimonianze di alcuni residenti - cominciava a scendere in strada per rivoltarsi contro il regime. "È l’ora zero", hanno gioito i ribelli di Bengasi, roccaforte dell’insurrezione contro il raìs, mentre il regime assicurava che Tripoli "è circondata da migliaia di persone che la difendono", invitate da un sms del governo a "scendere nelle piazze ed eliminare gli agenti armati". Gli scontri si sono poi spostati all’aeroporto di Mitiga, dove un numero imprecisato di ribelli armati sono rimasti uccisi, secondo fonti della stessa opposizione.

Il Colonnello fuggito al confine con l'Algeria Intanto, Muammar Gheddafi avrebbe lasciato Tripoli, di fronte all’avanzata dei ribelli, per trasferirsi, insieme alla sua famiglia,in una regione sulla frontiera con l’Algeria. Lo riportano fonti della capitale libica. Nella regione sul confine con l’Algeria Gheddafi potrebbe contare sul sostegno e la protezione del suo cla. Al Orban. Il suo piano sarebbe quello di fuggire in Algeria, ma non ci sono conferme in questo senso negli ambienti degli insorti. Nel frattempo i ribelli hanno conquistato una foresta 24 chilometri a ovest di Tripoli, dopo combattimenti durissimi che li hanno contrapposti questa mattina alle forze fedeli al leader libico Muammar Gheddafi. Lo ha annunciato un oppositore. "I ribelli hanno preso la foresta", una zona boschiva strategica sulla strada di Tripoli, ha dichiarato l’oppositore, pur sottolineando che i soldati del colonnello sono ancora piazzati nei dintorni della foresta. Gli insorti, sostenuti da tank e armi antiaeree, si sono schierati nella foresta di Gadayem per eliminare i cecchini del raìs e proseguire la loro avanzata verso Tripoli.

Tunisia riconosce il Consiglio nazionale di transizione La Tunisia ha deciso di riconoscere il Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) come rappresentante legittimo del popolo libico. Lo ha riportato l’agenzia Tap.

"Cento ribelli morti" Al momento a Tripoli sembra regnare una relativa calma, le ultime esplosioni sono state udite stanotte alle 4 ora locale nel centro della città, mentre alcuni aerei la sorvolavano. "Non abbiamo i numeri precisi, ma abbiamo sentito che diversi combattenti hanno perso la vita. Molto probabilmente più di cento". Lo ha detto Mohammed al-Harizi, rappresentante per Tripoli del Consiglio dei ribelli, spiegando che le forze di opposizione stanno circondando quasi ogni quartiere della capitale libica, e che i combattimenti più violenti sono in corso a Fashloum, Tajoura e Souq al-Jomaa. Questi tre quartieri hanno visto crescere lo scontento fin dall'inizio del conflitto e hanno pagato il prezzo più alto in termini di morti durante le proteste contro Gheddafi. "Vi dovete sollevare tutti insieme, subito".

Lo ha detto ai microfoni di Al-Jazeera l'ex numero due del regime libico Abdel-Salam Jalloud, fuggito venerdì. Jalloud ha poi invitato i soldati di Gheddafi a unirsi all'opposizione. "Il momento decisivo - ha detto - sta arrivando. State proteggendo un regime clinicamente morto".

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