Libia, la Nato insiste ancora ma l'Italia frena: "Bombardamenti? Siamo molto riluttanti"

L'Alleanza Atlantica chiede all'Italiadi partecipare all'azione di terra contro il governo di Gheddafi, ma il ministro della Difesa La Russa frena: "C’è stata chiesta una maggiore partecipazione ai bombardamenti in Libia, ma da parte nostra c’è riluttanza"

Libia, la Nato insiste ancora ma l'Italia frena: 
"Bombardamenti? Siamo molto riluttanti"

Roma - La Nato fa pressing e l'Italia tira il freno a mano. Con gli sforzi per un cessate il fuoco ancora in alto mare, il dibattito sulla Libia si concentra sul ruolo della Nato all’inizio di una serie di appuntamenti che vanno dalla riunione odierna dei ministri degli Esteri dell’Ue a Lussemburgo alla ministeriale dell’Alleanza atlantica di giovedì a Berlino, passando per il Gruppo i contatto di domani a Doha, a cui parteciperà anche il Consiglio di transizione libico. Dopo le accuse di scarso attivismo mosse dai ribelli nei giorni scorsi, anche il governo francese ha chiesto uno sforzo maggiore all’Alleanza Atlantica.

"C’è stata chiesta una maggiore partecipazione ai bombardamenti in Libia, ma da parte nostra c’è riluttanza". Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando a Montecitorio. La Russa ha sentito al telefono il segretario di Stato alla Difesa americano, Bob Gates, che incontrerà lunedì prossimo, a Washington. Il ministro ha spiegato di aver rimandato a dopo l’incontro con Gates colloqui con i ministri della Difesa francese ed inglese, previsti in queste ore. Il tema che sarà affrontato con il segretario si Stato americano, ha spiegato, "sono gli assetti che l’Italia mette a disposizione per la massima riuscita della missione in Libia. La riluttanza a partecipare ai bombardamenti a terra - ha sottolineato - non è dettata da motivi etici, ma perchè fin dall’inizio abbiamo messo a disposizione le nostre basi, i nostri aerei ed altri mezzi per il supporto all’embargo. Abbiamo quindi titolo per dire che stiamo facendo abbastanza". La Russa ha anche ricordato che "non è il parlamento a vietare la possibilità di bombardare, ma sono stato io a concordare l’impiego di assetti diversi dai Tornado". Se anche da parte di Gates ci sarà la richiesta di un maggiore impegno militare dell’Italia, ha proseguito, "la decisione non sarà comunque mia, ma di tutto il governo".

"La Nato deve svolgere pienamente il suo ruolo", ha sottolineato il ministro degli Esteri, Alain Juppè, "ha voluto prendere la guida delle operazioni e noi lo abbiamo accettato". Deve "impedire che Gheddafi usi armamenti pesanti per bombardare la popolazione", ha insistito. Bernard Valero, portavoce del ministero degli Esteri francese, ha precisato che a Doha gli insorti compariranno davanti al Gruppo di Contatto", anche se, ha precisato, la loro presenza "andrebbe verificata con le autorità qatariote". Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha invitato la Nato a intensificare i raid sulla Libia e ha ricordato che Londra ha offerto altri aerei. "Naturalmente se altri Paesi facessero lo stesso sarebbero benvenuti", ha aggiunto, "si può sempre fare di più".

La replica dei vertici delle Nato non si è fatta attendere. "Considerati i mezzi a disposizione, stiamo facendo un gran lavoro", ha detto il comandante delle operazioni in Libia, generale Mark van Uhm,, aggiungendo che l’Alleanza sta "mantenendo un ritmo operativo elevato". In mattinata Franco Frattini ha ricevuto il rappresentante della politica estera del Consiglio nazionale transitorio libico (Cnt), Ali al Isawi, accompagnato dal generale Abdel Fattah Younis, capo delle operazioni militari dei ribelli. Il ministro degli Esteri ha confermato il pieno sostegno al Cnt e ha auspicato un coordinamento sempre più stretto tra i ribelli sul terreno e l’azione delle forze della Nato. "In qualche caso - ha detto - questo coordinamento è stato rafforzato perchè ce n’era bisogno e i risultati si sono visti«.

Il Cnt ha chiesto all’Italia un appoggio di sollecitare i suoi partner per ottenere nuovi riconoscimenti e per venire incontro alle esigenze umanitarie della popolazione, in particolare a Misurata, dove la situazione è drammatica e dove bombardamenti delle forze di Gheddafi hanno causato dei danni drammatici". Intanto la televisione di stato libica ha affermato che ci sarebbero donne bambini tra le vittime del raid Nato della scorsa notte, contro la città di Kikla, 150 chilometri a sud ovest di Tripoli.

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