Azzedine Alaïa, Je suis couturier

Una mostra a Parigi per ricordare l'artista tunisino

Azzedine Alaïa, Je suis couturier

Non sono un designer, sono un couturier”, così Azzedine Alaïa, indimenticabile artista della moda, di origine tunisina, amava definirsi, quasi a volere meglio definire, a tracciare le linee guida delle sue ambizioni di vita. Je suis couturier, non poteva che chiamarsi la retrospettiva, inaugurata a 18 rue de la Verrerie a Parigi, a lui dedicata. Un omaggio commosso di chi non ne ha solo apprezzato il genio puro, ma di chi ne ha rispettato e ammirato la riservatezza. Una riservatezza, in questi tempi urlati, fatti di social network e condivisione di ogni aspetto, anche il più intimo, della propria vita, che forse non siamo più abituati a sperimentare.

Genio assoluto, meticoloso e ossessionato dalla ricerca del dettaglio e della perfezione, Alaïa è riuscito nel difficile compito di compiere una piccola rivoluzione, per non venire mai meno al suo modo di essere. Alaïa è riuscito a cambiare i tempi del fashion system, piegandoli ai suoi, meno frenetici e più lenti. Ma non certamente per questo l'artista merita un posto di prim'ordine nel Gotha dei couturier. Azzedine Alaïa è stato, infatti, in grado di creare abiti che hanno oltrepassato i limiti della moda. Opere d'arte, instancabilmente cesellate – come quelle della sua prima collezione, presentata nel 1979, in cotone grezzo o leggerissimo chiffon, nero puro come un pensiero assoluto, bianco gesso, come i tetti delle case di Tunisi, dove ha frequentato l'Istituto Beaux-Arts – che superano le barriere spazio temporali, che si cristallizzano nel tempo, altissima testimonianza del suo desiderio di eternità e perfezione.

“Mi piacciono quando sono belli, senza tempo, con pochi dettagli o ornamenti e in colori puri, che non invecchiamo mai. Più semplici sono, più sono difficili da creare”, diceva, evidenziando il bisogno di plasmare, di modellare la materia prima che a lui si piegava docilmente, ideando il capo, assemblandolo, andando di diritto a posizionarsi nella grande tradizione degli architetti designer del XX secolo. Lì tra Madame Vionnet e Cristobal Balenciaga.

L'esposizione, visitabile fino al 10 giugno 2018, raccoglie una una selezione di 35 pezzi iconici del couturier, scelte con cura da Olivier Saillard, storico della couture internazionale, che con Monsieur Alaïa aveva lavorato nel 2013 per la prima esposizione del lavoro del couturier al Palais Galliera di Parigi. “Dal suo arrivo a Parigi, Azzedine Alaïa ha meticolosamente e accuratamente conservato ogni sua collezione di Haute Couture e prêt-à-porter. «Il passato è chiaro, il futuro è oscuro», osservava Azzedine. L'ampiezza e la completezza di questo archivio, unico negli annali della Couture, mostra chiaramente il percorso di Monsieur AlaÏa, uno dei più grandi couturier del nostro tempo. Avere a disposizione il suo incontaminato lavoro, creato dalla sua stessa mano nel suo studio personale, è, per le generazioni future, un'impareggiabile conoscenza del suo percorso attraverso il tempo”, si legge in una nota per la stampa di Saillard.

Monsieur AlaÏa ha dimostrato di essere un grande collezionista, costruendo un importante archivio di documenti e pezzi storici. Non ha mai smesso di acquistare abiti, costumi e pezzi unici, formando una collezione storica, emblematica e singolare. Il desiderio più risoluto di Monsieur Alaïa era quello di trasformare il suo archivio in un'associazione che protegga e continui a sostenere le sue opere, così come quelle che una volta lui stesso promosse e collezionò.

L'associazione difenderà, quindi, la memoria del couturier conservando i suoi 60 anni di lavoro e organizzando mostre che riflettono la natura, bella e senza tempo, delle sue opere e delle collezioni personali, accompagnate da pubblicazioni e borse di studio”, prosegue.

Azzedine Alaia “Je suis couturier”
dal 22 gennaio al 10 giugno 2018 in rue de la Verrerie 18, 75004 Parigi,
Aperto al pubblico tutti i giorni dalle 11:00 alle 19:00.

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