Il “colpo di fulmine” non è solo il protagonista di film e romanzi che hanno fatto sognare fino ad oggi molteplici generazioni. Non è solo un’illusione creata dalla nostra mente.
A dimostrare questa verità è la scienza e in particolare uno studio statunitense condotto dall’Università di Syracuse. Lo studio in questione è stato intitolato “The Neuroimaging of Love” perché ha utilizzato innovative tecniche di neuroimaging. La ricerca condotta da Stefanie Ortigue ha dimostrato che basta un quinto di secondo, quindi dodici centesimi per sentirsi già innamorati di una persona. È il cervello che si innamora per primo e solo dopo questa sensazione arriva al cuore.
Quando ci si innamora, nel cervello umano si attivano ben dodici aree diverse capaci di rilasciare dopamina, ossitocina e adrenalina. Questo mix di sostanze attive nel nostro organismo permettono di percepire due sensazioni famigerate come “il tuffo al cuore” e “le farfalle nello stomaco”.
Lo studio della ricercatrice Stefanie Ortigue è servito all’Istituto di Kinsey che da decenni si occupa di approfondire tematiche riguardanti l’amore e il sesso per analizzare lo scopo evolutivo del colpo di fulmine. Si è scoperto che l’amore coinvolge ben quattro dimensioni umane: la chimica, la conoscenza, la preferenza e l’intenzione di stare con quella persona.
L’unico limite e difetto del colpo di fulmine è la durata minima. Secondo una ricerca della Bengurion University di Istraele, infatti, solo l’11% delle coppie che si sono formate grazie al colpo di fulmine è riuscita successivamente a consolidare un rapporto stabile e duraturo. Il problema è che il pieno di adrenalina e piacevoli sensazioni col tempo si esaurisce.
Il colpo di fulmine caratterizza solo la fase dell’innamoramento poi scompare e bisogna fare i conti con la realtà. Purtroppo non tutte le persone riescono ad accettare col tempo i difetti della persona che hanno al loro fianco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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