Lamore per la fotografia, scoperto per caso a trentanni, ha trasformato Lisette Model (1901-1983) in un modello per generazioni di fotografi. La mostra «Lisette Model e la sua scuola. Fotografie 1937-2002», al Museo di Roma in Trastevere fino al 2 novembre, ci fa conoscere unartista in grado di ritrarre nellintimo la gente e insieme 12 celebri successori, tra cui Diane Arbus, Peter Hujar, Eva Rubinstein, Bruce Cratsley, Rosalind Solomom. Quello che colpisce maggiormente nelle opere della Model è il taglio originale e ironico con cui mette a nudo la Francia, dove si trasferì da giovane dalla natia Vienna, e poi lAmerica, dove visse dal 38 in poi. Tutte le categorie sociali sono fotografate, con una predilezione per le persone non propriamente «belle», le cui immagini quasi grottesche sfiorano la caricatura. Il volto non è certo al centro del suo universo, tantè che a volte non appare affatto.
Le sue foto francesi, scattate nella Promenade des Anglais e pubblicate in seguito sulla rivista PM di New York, mostrano già quella curiosità che la spinge a fotografare persone ignare, magari mentre dormono o prendono il sole, cogliendo alcuni particolari significativi. Nel 41 iniziò la collaborazione con Harpers Bazaar con un servizio sulla spiaggia di Coney Island ed ebbe un successo eccezionale con la foto di una donna grassissima in costume da bagno nero, chinata in avanti con i piedi sulla battigia e le mani sulle ginocchia. Unesplosione di felicità sembra scaturire da questimmagine apparentemente così poco adatta per una rivista di moda, ma forse proprio per questo difficile da scordare. Per la Model non era importante che una persona fosse magra o grassa, ma che fosse piena di energia. «Il soggetto sei tu, loggetto è la vita«, amava ripetere ai suoi allievi, ai quali insegnava anche che «la fotografia è l'arte più facile, il che la rende forse la più difficile». Il paesaggio urbano di New York o San Francisco è assolutamente avulso dalle immagini, per esaltare al massimo la potenza visiva dei protagonisti, o magari il movimento di una gamba, come in Fifth Avenue (1944). Più di 100 sono le foto in mostra dei suoi successori-allievi, tutte in bianco e nero.
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