Lista Pdl, il Tar deciderà lunedì

Saranno discussi in un’unica udienza straordinaria, lunedì prossimo, tutti i ricorsi elettorali al momento depositati al Tar del Lazio per contestare la non ammissione delle liste per la competizione regionale dei prossimi 28 e 29 marzo. Dopo la fissazione per l’8 marzo della discussione del ricorso proposto dal Pdl, si è appreso che nella stessa giornata arriverà davanti ai giudici della II sezione bis anche quello proposto dal consigliere regionale Fabio Desideri che, nella veste di elettore, candidato nella lista Pdl e consigliere regionale uscente, ha anche lui contestato il provvedimento con il quale la Corte d’appello della capitale ha escluso la lista per la circoscrizione di Roma del partito del presidente Berlusconi dalle elezioni regionali.
Nel decreto di fissazione dell’udienza, in giudici del Tar non escludono che la questione possa essere decisa in maniera celere con l’emissione di una sentenza «in forma semplificata». Si tratta di una decisione, con abbreviazione dei termini per il deposito delle motivazioni, adottata dal tribunale, sull’accordo delle parti, quando il ricorso è a loro avviso già completamente istruito.
Nel ricorso contro il provvedimento di esclusione della lista del Pdl per la circoscrizione della provincia di Roma emesso dall’ufficio centrale regionale elettorale presso la Corte d’Appello si sostiene, tra l’altro, che «nessuna responsabilità può essere ascritta» ai delegati «in quanto la mancata consegna della documentazione contenente le candidature è dipesa in primo luogo dal divieto di ingresso loro arbitrariamente intimato a dispetto della tempestività all’accesso alla zona deputata all’attesa presso i locali del tribunale e dallo sbarramento formato dai militanti di formazioni politiche avversarie, che hanno profittato della situazione per erigere un baluardo, se possibile, ancora più insormontabile».
Nell’atto che motiva il ricorso, elaborato dagli avvocati Luigi Medugno, Ignazio Abrignani, Elisabetta Rampelli, Filippo ed Enrico Lubrano, si contesta l’esclusione stabilita principalmente sul mancato rispetto del termine orario per la consegna della documentazione. Sul punto, i ricorrenti sostengono che «il cancelliere non può rifiutarsi di ricevere le liste dei candidati e i relativi allegati neppure se li ritenga irregolari o se siano stati presentati tardivamente». «Ove fossero state assunte elementari misure organizzative - sostengono gli avvocati del Pdl romano - i ricorrenti avrebbero avuto modo di documentare il rispettivo titolo di legittimazione e la tempestività del loro accesso».
Nel provvedimento di esclusione, secondo il ricorso, è stato «illegittimamente omesso di valutare molteplici circostanze di fatti, di tempo e di luogo addotte dagli esponenti a dimostrazione della straordinarietà della situazione occorsa e della conseguente non addebitabilità dell’accaduto a imperizia, negligenza o trascuratezza dei deputati».
In conclusione, nel chiedere l’accoglimento del loro ricorso, i legali del Pdl sostengono che il provvedimento di esclusione è «foriero di effetti pregiudizievoli irreversibili per gli istanti e, in linea più generale per i candidati e per il popolo degli elettori del partito illegittimamente escluso dalla competizione elettorale prevista per il 28 e 29 marzo».
«Ci aspettiamo buon senso - ha detto ieri la candidata alla presidenza della Regione Renata Polverini a margine di un incontro con i cittadini presso la Federazione nazionale della stampa- una decisione che possa portare tutti gli elettori di questa Regione alle urne, trovando il loro partito e il loro candidato».
Gli stessi concetti sono stati ribaditi da Fabio Desideri, consigliere regionale del Pdl e vicepresidente della commissione urbanistica che aveva anticipato i tempi, presentando un ricorso al tar prima ancora di quello ufficiale del Pdl.

«La decisione di escludere la lista provinciale del Pdl dalla competizione regionale - ha spiegato l’esponente del centrodestra - è sproporzionata. Quella adottata dalla Corte d’appello è una misura estrema rispetto al “favor partecipationis” in materia elettorale, cioè al diritto dei cittadini di poter esprimere la loro preferenza».

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