Una parete di roccia a poca distanza dalle grotte di Frasassi, qui sorge il Tempio del Valadier a Genga. Un'opera eccezionale, che si presenta quasi come un tutt'uno con il costone roccioso stesso. Un'unione così stretta da far sembrare che questa piccola chiesa non sia stata costruita ma "liberata" dalla pietra che la imprigionava.
Ci troviamo in una piccola località delle Marche, il cui territorio ospita anche il Parco Naturale della Gola Rossa. Qui la natura ha saputo plasmare il territorio in una maniera tale da lasciare ancora oggi a bocca aperta i turisti e pellegrini, attratti dai diversi eremi presenti nella provincia anconetana. È raggiungibile attraverso un percorso a piedi di circa 700 metri.
Il Tempio del Valadier e Papa Leone XII
La storia del Tempio del Valadier è relativamente recente, ma non per questo priva di fascino. Affonda le sue radici circa 200 anni fa, intorno al 1828, quando l'allora Papa Leone XII contattò il celebre architetto Giuseppe Valadier. Il pontefice commissionò nel 1817 la costruzione di una chiesa, da realizzare sopra una struttura di culto preesistente e nei pressi dell'eremo di Santa Maria Infra Saxa. Quest'ultimo risale a circa il 1030 ed era dimora delle monache benedittine.
Circa undici anni dopo l'architetto romano realizzò un progetto composto da una struttura a pianta ottagonale, in stile neoclassico, utilizzando come materiale principale il travertino locale. La base muraria è sovrastata da una cupola in lastre di piombo. Al suo interno era posta la statua in marmo della Madonna con Bambino, scolpita da Antonio Canova: al suo posto ora si trova una copia, mentre l'originale è esposto all'interno del Museo di Arte Sacra di Genga.
Come già accaduto nei tempi passati, l'area dove sorge il Tempio del Valadier è stata a lungo utilizzata anche in tempi relativamente recenti, per consentire alla popolazione locale di sfuggire ai saccheggi. Ad esempio quelli delle orde ungheresi intorno al X secolo.
Difendere dalle invasioni e dai saccheggi non era però l'attività esclusiva di questa porzione di roccia, anzi. L'atmosfera naturale e quasi mistica ha reso questo un luogo di culto molto apprezzato, non soltanto dai fedeli rispettosi delle leggi divine e desiderosi di elevare la loro spiritualità verso Dio.
L'iscrizione presente sulle mura di questa chiesa riporta le parole "Refugium Peccatorum", rifugio dei peccatori. Ciò rappresenta una testimonianza indelebile di quella che forse è la sua più importante "vocazione". Questa era indicata come la tappa finale di un pellegrinaggio di pentimento, che doveva portare il peccatore verso la luce divina.
Il presepe vivente di Genga
L'atmosfera magica della grotta in cui sorge il Tempio del Valadier diventa ancora più suggestiva durante il periodo di Natale. Qui si svolge il Presepe Vivente di Genga, un appuntamento imperdibile per i fedeli ma anche per coloro che vivono con particolare partecipazione il periodo natalizio.
Uno spettacolo capace di lasciare senza fiato chi si avvicina per la prima volta ma anche di stupire coloro che volessero tornare ad ammirare un tale esempio di partecipazione e devozione. Prende vita ogni anno dal 1981 grazie all'impegno degli abitanti di Genga ed è conosciuto come il presepe vivente più grande del mondo, con i suoi 30mila metri quadrati di estensione e la partecipazione di circa 300 figuranti.
Foto 1: Beta 16 - Wikimedia
Foto 2: Alicudi - Wikimedia
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