Una lotta contro il tempo che rischia di annoiare

Immaginate una società dove il tempo sia realmente denaro. Dove i beni non si paghino in contanti ma in minuti della propria vita. Altre recensioni: E ora parliamo di Kevin - Com'è bello far l'amore - War Horse - Paradiso amaro - Jack e Jill - Tre uomini e una pecora

Una lotta contro il tempo che rischia di annoiare

Immaginate una società dove il tempo sia realmente denaro. Dove i beni non si paghino in contanti ma in minuti della propria vita, sottra­endoli, così, da quelli che ci sono rimasti in dotazione prima che il conto alla rovescia della nostra esistenza finisca ineluttabilmente con lo zero. Dove il caffè costi 4 minuti e nei discount si venda tutto a 99 secondi. Do­ve lavori per guadagnarti il diritto a rimanere in vita qualche istante di più. È il futuro distopico creato dal geniale Andrew Niccol (lo sceneggia­tore di The Truman Show ) e tradotto sul grande schermo con questo (sul­la carta) interessante In Time.

Nel mondo creato da Niccol, il genere umano smette improvvisamen­te di invecchiare a 25 anni. Compiuta questa età, ad ogni abitante si atti­va automaticamente un orologio, tatuato sull’avambraccio, che elargi­sce ancora un anno di vita. Per sopravvivere, ognuno dovrà cercare di non azzerare mai il proprio tempo a disposizione altrimenti morirà. Chi è ricco non ha problemi e rasenta l’immortalità;chi è povero,invece,de­ve fare di necessità virtù. Altro che settimana corta e sindacati. L’allego­ria fantascientifica dell’oggi è evidente: molti uomini devono morire per­ché pochi ricchi possano sopravvivere più a lungo. Un giovanotto (Tim­berlake completamente fuori parte) del ghetto, grazie ad una donazione improvvisa e sostanziosa (anni di vita), si ritrova nella zona ricca dove conoscerà la figlia ribelle (la più convincente Seyfried) di un ricchissimo banchiere. Diventeranno dei banditi ma a fin di bene, rubando tempo per elargirlo a chi non ce l’ha; Custodi del Tempo permettendo.

Detto così sembra tutto molto intrigante. Vuoi però per la scelta sba­gliata del protagonista, vuoi per forzature esagerate (lei che corre come una pazza con i tacchi alti o i suoi collant che non si smagliano mai), il film,dopo una partenza carica di aspettative,naufraga nella noia.

Il risul­tato è un thriller che non crea suspence. Se il tempo è prezioso, pensateci bene se sprecarlo per vedere questa pellicola. 

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