LUIGI XIV DI FRANCIA

Enorme fu il successo dei Borbone, nati come ramo cadetto dei Capetingi e che ancora siedono sul trono di Spagna e su quello del Lussemburgo. Il nome deriva dal feudo di Bourbon-l'Archambault che il capostipite Roberto di Clermont (sesto figlio di Luigi IX) incamerò per via matrimoniale nel 1279. Il grande salto avvenne quando Enrico IV, uscito trionfante e convertito al cattolicesimo (da calvinista che era) dalle guerre di religione che avevano dilaniato il Paese, divenne re di Francia nel 1589. Quando si pensa alla vita di corte è impossibile non pensare a Versailles e ai fasti di Luigi XIV (1638-1715). Una politica di potenza e di ricchezza, giocata nel '600 battagliando contro la Spagna e nel '700 cercando di scippare l'America del Nord all'Inghilterra, terminata con il crollo della monarchia e con la testa di un re incapace di riforme troncata dalla ghigliottina. Ma i Borbone hanno saputo resistere e risorgere dalle loro ceneri. Prima divenendo simboli viventi di quell'ancien régime che il Congresso di Vienna sognava di restaurare, poi adattandosi anche a modalità più borghesi di intendere il potere coronato.

Ne hanno parlato ieri gli storici Jean-Paul Bled e Luigi Mascilli Migliorini al festival èStoria di Gorizia. Come ha spiegato Bled, Carlo X di Borbone, ultimo monarca del ramo principale della famiglia a sedere sul trono di Francia, morì in esilio proprio a Gorizia, nel 1836, dopo esser stato detronizzato dalla rivoluzione del 1830. Lui era il volto vecchio della casata, quello che sognava i fasti autocratici del Settecento, le restaurazioni impossibili. Il ramo cadetto di Luigi Filippo d'Orléans (che salì al trono come re pienamente costituzionale) è il volto dei Borbone proteso al futuro.

Ma questo non impedì, nel 1848, che anche Luigi Filippo fosse costretto a fuggire dalla Francia. Inseguiva il progresso, ma i francesi correvano più forte (anche se poi finirono nelle braccia di un nuovo Bonaparte).

MSac

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