Roma - Il centrodestra fa muro all'ultimatum lanciato ieri dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, facendo presente che ad alzare i toni del dibattito non sono certo il governo né la maggioranza. Se il ministro Roberto calderoli si dice "preoccupato" per la situzione in cui si trova la politica, il collega alla Difesa Ignazio La Russa assicura che "non c'è alcun interesse ad alzare i toni". A condividere il monito del capo dello Stato è invece il leader Udc Pier Ferdinando Casini che invita il premier Silvio berlusconi a dimettersi.
La maggioranza tiene L’attuale situazione politica è complicata, ma la maggioranza c’è e va avanti. Ad assicurarlo in una nota congiunta sono stati i vertici del Pdl di Camera e Senato. "Siamo consapevoli della gravità della situazione - spiegano Fabrizio Cicchitto, Massimo Corsaro, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello - essa è innanzi tutto determinata dall’azione di opposizioni vecchie e nuove che vorrebbero trarre vantaggio da una minoranza di magistrati i quali, operando in contrasto con il dettato e lo spirito della Costituzione e con le leggi che regolano l’esercizio della giurisdizione a garanzia di ogni cittadino, rischiano di mettere in dubbio il verdetto della sovranità del popolo, fondamento di ogni democrazia liberale". "Questa sovranità attualmente si esplica attraverso un governo legittimo che gode del sostegno della maggioranza parlamentare», hanno ricordato, "ricordiamo che negli ultimi tre mesi, dal 14 dicembre, in tutte le votazioni decisive, e sono state numerose, il Parlamento ha rinnovato la fiducia al governo, peraltro con scarto crescente tra maggioranza e opposizione".
Le preoccupazioni della Lega "Passo indietro, abbassare i toni?" Secondo Calderoli, "sembra che tutti a parole concordino ma poi nessuno sembra disposto ad abbassare i toni davvero. Sembra di stare davanti alla torre di Babele che sta per sgretolarsi". Il ministro per Semplificazione, Roberto Calderoli, spiega che "passi indietro ne hanno annunciati tanti ma sembra che nessuno abbia intenzioni di farli davvero". "Quando alla piazza si risponde con la piazza il rischio è quello di finire male - conclude il ministre leghista - perchè basta una scintilla". Anche per il ministro dell’Interno Roberto Maroni, il rischio per la legislatura paventato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "è reale". "Il clima di conflitto e di contrasto determina questo rischio - spiega il titolare del Viminale a Che tempo che fa - parlo da ministro dell’Interno per affrontare questa emergenza (gli sbarchi di immigrati n.d.r.) ho bisogno di tutti: destra e sinistra".
Casini torna a chiedere le dimissioni del Cav Casini condivide il monito lanciato ieri dal capo dello Stato: "Sono mesi che sollecitiamo il governo a fare qualcosa di concreto per gli italiani, che sono stati assolutamente dimenticati. Si discute solo di Berlusconi, dei suoi casi e si ipotizzano improbabili revisioni di articoli della Costituzione. C’è un’irresponsabilità totale del governo". "Se le cose continuano così - è l’osservazione del leader centrista - allora è meglio andare a votare perchè questa paralisi non serve a nessuno, non serve alla politica ma soprattutto non serve agli italiani. Quando al mattino il presidente del Consiglio si sveglia, dovrebbe pensare, almeno un giorno su tre, prima agli italiani e poi ai suoi fatti personali. Se lo farà, la legislatura potrà utilmente andare avanti, altrimenti - ribadisce - meglio le elezioni". Se, infine, maggioranza e governo dovessero ricorrere alla piazza per condizionare il lavoro dei magistrati questo sarebbe un rischio per tutti.
Di Pietro sostiene Napolitano Nelle ultime scelte di Napolitano il leader Idv Antonio Di Pietro vede "uno spiraglio, come quando ha ricordato che il giusto processo esiste già nelle nostre leggi". "Ha capito che soltanto lui può tenere in mano il timone per evitare che la barca affondi - afferma Di Pietro - Napolitano ha dovuto prendere atto che provvedimenti su cui lui aveva messo la firma sono stati dichiarati incostituzionali dalla Corte Costituzionale. Non solo, c’è stato anche il decreto sul federalismo.
E Napolitano, che è una persona responsabile, ha capito di dover fare una scelta di campo per salvare l’Italia. Non è mai troppo tardi". Il leader di Idv indica la via per battere Berlusconi: "E' semplice: il 29 maggio si vota il referendum e il ballottaggio per le amministrative. Quel giorno può finire l’era Berlusconi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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